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Gli Stati Uniti alzano nuove sanzioni contro l’élite che circonda Putin

Gli Stati Uniti hanno emesso nuove sanzioni contro sette oligarchi russi e 12 compagnie a loro riconducibili. Un provvedimento annunciato qualche giorno fa dal Director della National Intelligence, Dan Coats, che aveva citato tra le ragioni sia l’interferenza di Mosca durante le elezioni americane, sia le azioni invasive come il tentato omicidio su suolo inglese del disertore dell’intelligence militare russa Sergei Skripal.

Le misure sono state annunciate dal dipartimento al Tesoro statunitense e colpiscono anche 17 funzionari del governo russo e l’agenzia statale Rosoboronexport, che si occupa di esportazioni di armi.  Tra i russi sanzionati dagli Stati Uniti per le interferenze elettorali figurano gli oligarchi Oleg Deripaska (alleato politico e finanziatore di Vladimir Putin) e il capo del gruppo Renova, Viktor Vekselrberg, il senatore Suleiman Kerimov e l’ex genero di Putin Kirill Shamalov e il capo del gigante energetico Gazprom, Alexei Miller.

L’accusa (ampia) contro questi individui è di aver utilizzato le ingerenze russe di essere tra “quelli che traggono vantaggio dal regime di Putin e che ricoprono un ruolo chiave nel portare avanti le azioni ostili della Russia”. Il dipartimento del Tesoro ha dichiarato attraverso una nota del segretario Steve Mnuchin che “il governo russo è coinvolto in una serie di attività maligne, compresa l’occupazione della Crimea e l’istigazione alla violenza nell’Ucraina orientale, la fornitura di armamenti al regime di Assad mentre bombarda i suoi civili, i tentativi di sovvertire le democrazie occidentali e attività cyber ostili”.

Una nota sulla Siria: è passato un anno dal bombardamento chimico ordinato da Bashar el Assad contro Khan Shaykhoun, a cui gli Stati Uniti reagirono per ritorsione colpendo con una salva di missili da crociera la base da cui era decollato l’aereo che trasportava il veleno. Ora sanzionano la Rosoboronexport accusandola di passare ad Assad le armi per le sue carneficine.

Una fonte interna all’amministrazione americana ha detto alla AFP che gli Stati Uniti stanno prendendo queste misure in risposta alla totalità della continua e sempre più sfrontata trama del governo russo di attività nocive nel mondo” e intendono colpire la “cerchia interna” di Putin. L’obiettivo è di allontanare le élite russe dal presidente, facendolo diventare tossico, secondo uno schema già programmato a gennaio: “Il governo russo opera per il beneficio sproporzionato degli oligarchi e delle élite governative” e per questo Washington pensa sia necessario colpire anche questi altri pianeti del sistema di potere putiniano.

Ora, spiega lo statement di Mnuchin, i pezzi di questo “sistema corrotto non potranno più sottrarsi alle conseguenze delle attività  destabilizzanti del loro governo”. (Traduzione libera della dichiarazione simil-diplomatica: dovete capire che se continuante a stare dalla parte di Putin siete, alla sua stregua, dei nemici che noi continueremo a punire).

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