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Cosa cambia dopo la vittoria di Souad Abderrahim, primo sindaco donna di Tunisi. Parla Imen Ben Mohamed

Tunisi ha eletto questa mattina alle amministrative Souad Abderrahim, prima sindaco donna della città. Come potrà intrecciarsi questa pagina storica della Tunisia con le sfide di sempre del post Ben Alì, ovvero la lotta al terrorismo e la stabilizzazione istituzionale in chiave euromediterranea? Ecco l’analisi di Imen Ben Mohamed, deputata del partito Ennahdha e membro della commissione Diritti, libertà e affari Esteri del Parlamento tunisino.

SOUAD

Il movimento islamico moderato Ennahda passa dal Parlamento alle amministrazioni locali ed elegge la prima donna sindaco a Tunisi con, in prospettiva, “altri” possibili scenari. Si tratta della 54enne Souad Abderrahim che non porta il velo ed è protagonsta di una elezione storica, perché di fatto è la prima consultazione elettorale dalla rivoluzione dei Gelsomini del 2011. Ennahda si conferma primo partito del Paese con il 27,5% seguito dai laici-modernisti di Nidaa Tounes con il 22,5%. Ora il suo nome, per via di una peculiare legge elettorale, dovrà passare dal voto a maggioranza del nuovo consiglio municipale di Tunisi, ma di fatto dovrebbe essere solo una formalità.

Abderrahim, “farmacista in tailleur”, in poco tempo è diventata una sorta di bandiera di Ennahdha, dove il partito islamista a livello internazionale sta progressivamente ritagliandosi uno spazio moderno e modernista. Nel 2011 aveva già ottenuto un posto nella nuova Assemblea costituente, dopo la primavera araba. Ma i critici l’accusano di essere solo una foglia di fico per celare le reali intenzioni di Ennahda sui diritti delle donne.

PRIMIZIA

“Si tratta di una primizia e di una grande conquista, per Ennahda e per tutte le donne tunisine – commenta con Formiche. net Imen Ben Mohamed – senza dimenticare che Tunisi è una città altamente simbolica. Non solo Abderrahim è una donna militante e coraggiosa, ma ha fatto da traino alla partecipazione femminile in lista che è stata notevole, dalle regioni più interne a quelle costiere. Grazie alla nuova legge i partiti politici sono stati costretti a presentare il 50% dei candidati donna nei collegi, sia a livello verticale che a livello orizzontale. Ennahda è l’unico partito che ha rispettato questa regola presentando più di 170 capilista donne su 350 posti disponibili. Rappresenta una svolta vera e una vittoria per noi donne tunisine”.

Nonostante la carica delle donne-sindaco il tasso di astensionismo è stato alto, con il 34,4%: si sono recati alle urne solo 1.796.154 elettori sugli oltre 5 milioni e 300 mila aventi diritto. E’chiaro che se da un lato le elezioni municipali, qui come in altre località, accusano una bassa affluenza dall’altro ci si aspettava di più perché si tratta delle prime elezioni nel post Gelsomini: “In realtà sono dati giustificabili – puntualizza in un buon italiano la deputata che si è laureata alla Sapienza – sette anni dopo la rivoluzione la situazione socio-economica in Tunisia è ancora complessa, con un preciso malcontenso sociale. A ciò va aggiunto che se è pur vero che il 34% è una percentuale bassa, credo si possa dire che sia per noi ampiamente accettabile”.

SFIDE

Tre le sfide che si aprono adesso per Souad Abderrahim e per la Tunisia intera: il prossimo governo nazionale, la lotta al terrorismo e la nuova fase di emancipazione femminile che Ennahda persegue.

“Abderrahim è uno dei nomi più in vista del partito, così come ce ne sono molti altri di donne che si stanno facendo strada. Ad oggi nessuno può dirlo con certezza, ma è chiaro che potrebbe essere una sorpresa in prospettiva futura, anche perché ha già rivestito un ruolo non secondario nel 2011 all’interno dell’Assemblea costituente. Ennahda potrebbe decidere di candidare una donna come capo del nuovo governo, per cui mai dire mai”.

E conclude: “Ogni passo che fa la Tunisia verso la vera democratizzazione e il consolidamento del suo processo democratico è sempre un passo che va contro il terrorismo e contro le tendenze al radicalismo. Ogni fase elettorale, comprese le municipali che sono state rimandate per ben quattro volte, va solo in quella direzione”.

twitter@FDepalo

 

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