La dottrina sociale della Chiesa esiste, è ben nota e chiara, non deve rimanere nello spazio delle idee, va calata nella realtà. Basterebbe questo concetto espresso dal cardinale Francesco Coccopalmerio nel suo saluto introduttivo per capire a cosa servirà la nuova Fondazione, di imminente costituzione, “Quadragesimo Anno”, le cui finalità sono state illustrate dai promotori all’università Lateranense.
Dunque non sarà l’ennesima fondazione vaticana finalizzata a produrre idee e studi teorico-teologici, ma uno strumento operativo per portare nella finanza i valori morali cattolici.
Per capire il nome della fondazione, di grandissima e drammatica attualità, occorre entrare nella storia dei documenti pontifici, tra i quali c’è l’enciclica Quadragesimo Anno scritta da Pio XI nel 1931, poco dopo la grande crisi di Wall Street. “Ciò che ferisce gli occhi è che ai nostri tempi non vi è solo concentrazione della ricchezza, ma l’accumularsi altresì di una potenza enorme, di una dispotica padronanza dell’economia in mano di pochi, e questi sovente neppure proprietari, ma solo depositari e amministratori del capitale, di cui essi dispongono a loro grado e piacimento. Questo potere diviene più che mai dispotico in quelli che, tenendo in pugno il danaro, la fanno da padroni.”
In questo testo poco ricordato di papa Ratti aggiungeva che “una tale concentrazione di forze e di potere, che è quasi la nota specifica dell’economia contemporanea, è il frutto naturale di quella sfrenata libertà di concorrenza che lascia sopravvivere solo i più forti, cioè spesso i più violenti nella lotta e i meno curanti della coscienza”. Non è questo indicato da papa Ratti il problema dell’oggi? Il problema cioè del mondo alle prese con la sua seconda crisi economica? La domanda alla quale la Chiesa crede di dover dare contribuire a dare una risposta, come ha indicato il pro-rettore dell’Università Laterana, è dunque questo: “è possibile fare buoni affari che siano anche affari buoni?” Cioè non pensare esclusivamente a massimizzare i profitti, ma pensare al bene comune.
Con l’incoraggiamento di Francesco, che ha scritto un’enciclica connessa -la “Laudato Sii”- e l’apprezzamento del Segretario di Stato Pietro Parolin, il comitato promotore della Fondazione, sotto la presidenza onoraria del cardinale Antonio Maria Vegliò, ha cominciato a lavorare, cercando adesioni e sostegni all’idea che hanno definito. I promotori sono il portale di informazione religiosa della Stampa, Vatican Insider, la fondazione Valore e Core Values, che hanno già ottenuto numerosi segni di interesse, dal gruppo Fondaco, da Tendercapital, da l’Union Bancaire Privée, da Quaestio, e l’adesione di illustri docenti come Sachs, Zamagni, Bechetti e Magatti. Ma per fare cosa? Produrre altre idee? No: la dottrina sociale della Chiesa esiste, e ha i suoi fondamenti nel valori morali dei testi sacri. E allora, come hanno spiegato Andrea Tornielli, coordinatore di Vatican Insider, Stefano Ronchi di Valori e Vladi Lumina, il punto sarà quello di creare uno strumento che offra, apra e gestisca un eco-spazio economico.
Ispirata a valori religiosi, come si sa, esiste una finanza islamica; non può esistere anche una finanza ispirata ai valori cattolici? Non si tratta di imporre o di calare dall’alto delle delle nuove norme, ma di operare delle riforme strutturali dal basso, ha sottolineato Andrea Tornielli. Operare dal basso vuol dire favorire un’azione finanziaria coerente con i valori e i principi indicati dalla dottrina sociale della Chiesa. La fondazione dunque opererà in pratica, controllando, verificando e offrendo certificazione per prima cosa, poi organizzando corsi universitari e di formazione. Come incidere nel sistema proponendo percorsi a quanti desiderano investire tenendo presenti l’etica e un sistema di valori che derivano dalla visione cristiana della realtà? Quali indicazioni dare per aiutare la trasformazione del sistema economico favorendo le buone prassi, la sostenibilità, l’impatto sociale? Rispondere a queste domande è la vera sfida che intende affrontare la nascente Fondazione, divenendo un riferimento operativo per chi opera nel mondo economico. I promotori sono convinti che un iniziale risultato possa essere ottenuto mettendo a tema questa esigenza, che fino ad oggi non ha trovato adeguate risposte, costituendosi come punto di riferimento per il mondo cattolico a partire da tutte le organizzazioni sociali e finanziarie ed economiche che vedono nella Dottrina Sociale della Chiesa un suo riferimento ed un valore da preservare e fare crescere.
L’intervento di monsignor Luigi Mistò, facente funzioni de Prefetto della Segreteria per l’Economia, ha dimostrato l’attenzione operativa della Santa Sede. Parlando della costituzione di questo nuovo dicastero pontificio voluto da Francesco monsignor Mistò ha detto che il lavoro principale è consistito all’inizio nel creare la cultura del budget e un codice per gli appalti.