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Cosa si sono detti i ministri della Difesa dell’Ue a Sofia, tra Pesco e Nato

pesco

Pesco, collaborazione con la Nato e maggiori risorse per il settore. Restano questi i punti cardinali della Difesa europea, ribaditi oggi dall’incontro informale dei ministri della Difesa dell’Unione, ritrovatisi a Sofia, in Bulgaria, per verificare l’avanzamento delle maggiori iniziative sul tema.

IL MINISTRO PINOTTI A SOFIA

“Abbiamo fatto passi in avanti su tematiche ferme da tempo, come il piano per la military mobility, importante nell’ambito della cooperazione tra Nato e Ue, il Fondo europeo per la difesa (Edf) e la Pesco”, ha detto il ministro italiano Roberta Pinotti, che a margine della riunione ha avuto una serie di incontri bilaterali. Tra questi, quello con il sottosegretario per le operazioni di peace-keeping dell’Onu Jean-Pierre Lacroix, e quelli con i colleghi di Spagna, Francia e Regno Unito, Maria Dolores de Cospedal, Florence Parly e Earl Howe. Bilaterali non casuali, visto che con Madrid e Parigi bisogna capire la direzione che si vuole dare al progetto di una difesa comune, mentre con Londra occorre stabilire quali rapporti caratterizzeranno il dopo-Brexits, nella consapevolezza che è difficile pensare a un sistema di sicurezza europeo senza il Regno Unito.

L’AVANZAMENTO DELLA PESCO

A presiedere il vertice, dopo l’introduzione del primo ministro bulgaro Boyko Borrisov, l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini, che ha spiegato il focus dell’incontro: cooperazione strutturata permanente (Pesco), e collaborazione con la Nato. Sul primo aspetto, la Mogherini si è detta “molto soddisfatta per il lavoro straordinario che i ministri sono riusciti a fare insieme” negli ultimi mesi. A giugno, il Consiglio europeo “si concentrerà nuovamente su quanto abbiamo portato avanti nella nostra attività di difesa europea”, di cui a Sofia si è verificato “lo stato di avanzamento” dei 17 progetti già approvati da ben 25 Paesi membri, quattro dei quali a guida italiana. A inizio marzo, il Consiglio affari esteri dell’Ue ha approvato la nuova road map, indicando il mese di giugno quale termine con il quale adottare le regole sulla governance dei progetti, e quello di novembre per una decisione su una nuova tranche di programmi. Ora, ha spiegato la Pinotti, la priorità è “l’impegno politico per l’implementazione dei progetti, la definizione di regole comuni per gli stessi e per un approccio omogeneo tra gli Stati membri per declinare gli impegni vincolanti sottoscritti attraverso i Piani di Implementazione Nazionali”.

IL RAPPORTO CON LA NATO

L’altro tema sul tavolo riguardava il rapporto con la Nato. Sin dalla sua ideazione, la difesa europea ha preoccupato molti Stati membri dell’Unione (soprattutto quelli dell’est) spaventati dalla possibilità di duplicare il meccanismo dell’Alleanza Atlantica che tanto bene ha funzionato per la loro sicurezza. Proprio per questo, la Mogherini ha inserito la collaborazione con la Nato tra i tre pilastri del proprio “Pacchetto difesa”, insieme alle iniziative della Commissione (soprattutto il Fondo europeo di difesa, Edf) e all’implementazione della Strategia globale dell’Ue tramite Pesco e Card (la revisione coordinata annuale dei progetti difesa). Da qui, la costante partecipazione di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ai vari incontri del Consiglio dell’Ue, così come quella di Federica Mogherini ai Summit dell’Alleanza. Da qui anche il tema sul tavolo a Sofia, un “momento importante per prepararci al vertice Nato di luglio”, ha spiegato la Mogherini. “Arriveremo lì  (a Bruxelles, ndr) con un importante lavoro svolto sulla mobilità militare, rendendo più facile muovere per l’Europa attrezzature e personale militare”.

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