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La palude politica vista dai dirigenti. Parla Stefano Cuzzilla (Federmanager)

No, non è il 2011. Ma sì, avere un governo sarebbe meglio, soprattutto se politico, frutto della volontà popolare e nel pieno dei poteri, insomma non tecnico e dal raggio d’azione limitato. Il problema è che per avere tutto questo potremmo essere costretti a tornare al voto, visto che gli sforzi encomiabili di Sergio Mattarella per trovare una quadra, non sembrano bastare proprio. C’è un un po’ tutto questo nei ragionamenti di Stefano Cuzzilla (nella foto), presidente di Federmanager, espressione di quell’industria tricolore che ama poco le chiacchiere, molto i fatti.

Il punto di caduta è questo. Il Paese non ha bisogno di un governo pro-tempore, ma in grado di ragionare e operare quantomeno nel medio termine. Se il prezzo è tornare al voto, allora sia quel che sia. Tuttavia, il numero uno di Federmanager, ci tiene a fare una postilla. “Noi imprese, noi industria, noi manager abbiamo imparato a cavarcela un po’ da soli in questi anni. E sinceramente penso che ci siamo riusciti. Per questo oggi mi sento di dire che le aziende sono un po’ più slegate dalle questioni politiche, obbediscono in un certo senso più alle leggi dell’economia che a quelle dei palazzi. Ma questo non vuol dire che oggi, e noi lo chiediamo con forza, ci serva un governo operativo”.

Gli anni di crisi hanno insomma sviluppato anticorpi preziosi nel tessuto industriale. Ma non basta. “Non siamo come gli altri Paesi, dove c’è un’economia più in salute e meno cagionevole della nostra. Noi, e parlo anche come categoria di manager, abbiamo tantissime questioni aperte, tavoli allo Sviluppo. L’Ilva, ma non solo. Abbiamo a cuore il blocco dell’Iva e la manovra. Per questo vogliamo un governo in grado di fare questo. Il fatto è che se non c’è un accordo tra le parti, allora è meglio tornare al voto, sperando che qualcuno ce la faccia, riesca insomma a giocarsela…”.

Federmanager però ci tiene a riconoscere il ruolo di Mattarella, non risparmiandosi un’ultima dose di fiducia. “Credo che il Capo dello Stato stia facendo un lavoro incredibile, noi nutriamo una grande fiducia in lui. E sono sicuro che in un modo o nell’altro una soluzione arriverà, soluzione o voto che sia”.

Certo, avere la corteccia non vuol dire essere immuni dalle paure. E anche i manager italiani temono di veder inghiottire mesi di timida ripresa nel pantano politico che si è venuto a creare. “Io a dire la verità questa paura ce l’ho ogni volta che c’è un cambio di governo. E anche stavolta non fa eccezione”, annota Cuzzilla. Che non teme perfino il doversi un giorno confrontare con i Cinque Stelle, nell’ipotesi di un governo a trazione grillina o nella migliore delle ipotesi condiviso con la Lega. “Un conto sono gli annunci, un conto la realtà dei fatti. E alla fine sempre con noi dovranno parlare”.

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