È morta Ileana Lattanzi, vedova del maresciallo Oreste Leonardi, il capo della scorta di Aldo Moro. Leonardi fu ucciso il 16 marzo 1978, insieme ad altri quattro colleghi (il carabiniere Ricci, gli agenti di Ps Zizzi, Iozzino, Rivera) nel corso del rapimento a Roma del Presidente della Dc da parte delle Brigate Rosse. Nel 1946 si arruolò nell’Arma dei Carabinieri.
Dopo aver prestato servizio in diverse sedi fu assegnato a Viterbo, dove ad una festa di carnevale conobbe la futura moglie Ileana, che sposò dopo dieci mesi di fidanzamento. Nella stessa sede divenne istruttore presso la Scuola sabotatori del Centro militare di paracadutismo.
Nel 1963 fu assegnato alla scorta di Aldo Moro, con il quale strinse un forte legame affettivo e di fiducia. Il maresciallo Leonardi, per stare vicino a Moro, anche durante i periodi di vacanza, aveva acquistato in via Bottasso a Terracina un appartamento. Qui la sua famiglia nel periodo estivo trascorreva le vacanze. La signora Ileana con i figli Sandro e Cinzia (quest’ultima scomparsa nell’ottobre del 2014) frequentavano lo stabilimento balneare “Sirenella”.
A Sergio Zavoli (nel programma giornalistico “La notte della Repubblica”) la moglie di Leonardi confessò che un suo sogno ricorrente dopo la tragedia era quello del marito che passeggiava con Moro sulla spiaggia della città tirrenica. In effetti, il presidente della Dc, quando non lo faceva da solo, si faceva accompagnare in lunghe passeggiate sul lungomare terracinese.
Il maresciallo portava in braccio il nipote di Moro, Luca, di due anni, che spesso si addormentava nel tragitto di ritorno verso la casa dai mattoncini rossi alla fine del Lungomare. Qui lo statista si ritirava a scrivere, ad osservare il monte Circeo dal balcone, a ricevere amici, colleghi e perfino i suoi studenti che non trovandolo a Roma, arrivavano fino a Terracina per parlargli.
Ileana Leonardi ha più volte ripetuto che ha sempre sperato nella liberazione di Aldo Moro: “Speravo tanto – disse in un’intervista all’AdnKronos – che Moro venisse liberato. Io non volevo credere che lo avrebbero ucciso, e lo dissi un giorno alla signora Moro. Ma lei mi rispose di essere convinta che questo non sarebbe accaduto. Purtroppo, aveva ragione”.