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Due navi da guerra americane solcano ancora il Mar Cinese

Due funzionari americani hanno raccontato in esclusiva alla Reuters che due navi da guerra statunitensi hanno navigato attorno alle Paracel, isolotti contesi nella fascia settentrionale del Mar Cinese Meridionale, al largo delle coste vietnamite. Pechino denuncia questi passaggi, che vede come una violazione in un territorio che considera sotto la propria sovranità; per Washington invece sono un modo per sottolineare che quelle isole non sono esclusiva cinese, dato che sono oggetto di contenziosi con Brunei, Malesia, Filippine, Taiwan e Vietnam.

Il Pentagono definisce questi passaggi Fonop, Freedom of Navigation Operations, e le pianifica con routine. Ora, sebbene lo schedule pre-esistente, l’attività si inquadra in un momento piuttosto delicato: pochi giorni fa gli Stati Uniti hanno ritirato un invito avanzato a gennaio alla marina cinese, chiamata a prendere parte all’esercitazione “Rim of the Pacific” (Rimpac), a cui prenderanno parte due dozzine di Paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico al largo dell’Hawaii.

Il motivo del retromarcia americana si lega proprio alla militarizzazione che la Cina sta spingendo nel Mar Cinese: Washington da anni sta cercando di fare pressioni su Pechino affinché fermi i lavori sulle installazioni militari negli isolotti contesi; le Paracel, appunto, o anche le Spratly, dove i cinesi hanno piazzato missili anti-nave e anti-aereo e costruito piste di atterraggio per caccia, anche bombardieri strategici (foto satellitari del 12 maggio dimostrano che l’esercito cinese ha piazzato missili a Woody Island, nell’arcipelago delle Paracel; il 18 maggio Pechino ha anche annunciato di aver fatto atterrare in quella stessa isola i bombardieri nucleari nucleari HK-6).

Le navi militari statunitensi, il cacciatorpediniere “USS Higgins” e l’incrociatore “USS Antietam”, domenica 27 maggio hanno effettuato operazioni di manovra nei pressi delle isole Tree, Lincoln, Triton e Woody (lingue di terra emerse in mezzo alle Paracel), ha detto uno dei funzionari, spiegando che i passaggi si sono svolti all’interno delle 12 miglia nautiche – distanza considerata dalla Cina inviolabile.

“Una grave violazione di sovranità cinese”, l’ha definita il portavoce del ministero della Difesa, il colonnello Wu Qian. È la prima volta, sia sotto l’amministrazione Obama che quella Trump che contemporaneamente due navi effettuano Fonop, ha ricordato alla CNN Ian Storey, senior fellow alISEAS Yusof Ishak Institute.

Mentre l’esercito americano ha una posizione di vecchia data, con cui considera le sue operazioni – svolte in tutto il mondo, anche in aree rivendicate da alleati – separate da considerazioni politiche, la Difesa cinese invece ha reagito con rabbia, emettendo un comunicato in cui afferma di aver inviato navi e aerei da guerra per avvertire i due battelli americani di essere entrati in un’area considerata violazione territoriale da Pechino. “La Cina continuerà a prendere tutte le misure necessarie per difendere la sovranità e la sicurezza del Paese”, ha detto in una dichiarazione separata il ministero degli Esteri.

Washington accusa Pechino di militarizzare l’area per prendere il controllo strategico delle rotte dei traffici che tagliano quelle acque, e di voler piazzare radar potenti per poter osservare i rivali nella regione. Gli Stati Uniti accusano il presidente, Xi Jinping, di non tener fede a una sua promessa del 2015, quando assicurò che la Cina non avrebbe militarizzato l’area; Pechino tiene una linea bassa, sostenendo che le installazioni militari sono puramente a carattere difensivo.

Lo scontro sul Mar Cinese si rinnova mentre i contatti tra Stati Uniti e Corea del Nord si trovano in una fase delicatissima.

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