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Navalny arrestato. Il dissenso ai tempi dello Zar

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La polizia russa ha risolto con l’arresto della star degli oppositori al Cremlino,  Alexei Navalny, le proteste che hanno anticipato oggi l’inizio del nuovo mandato presidenziale di Vladimir Putin (l’incarico partirà lunedì 7 maggio, e confermerà per altri sei anni l’initerrotta presa sul potere che dura dal 1999, e affascina fanatici in giro per il mondo, compreso ovviamente in Italia).

Navalny — fermato nel primo pomeriggio a Mosca — è accusato di aver organizzato senza autorizzazione la manifestazione “Non è il nostro Zar”, che si è svolta in più di una città della Russia e che già ieri aveva visto diverse persone finire in carcere in più posti del Paese.

Le autorità locali avevano vietato la manifestazione in diverse parti della federazione, ma ovviamente gli attivisti non hanno rispettato l’ordine, che considerano una delle tante restrizione al dissenso.

Nel corso delle marce di protesta ci sono stati scontri con la polizia e circa 1600 arresti, secondo le fonti citate dai media internazionali — molti sarebbero già stati rilasciati. Sulla base dei dati raccolti da organizzazioni come Ovd-Info, ci sarebbero arresti in 90 città della Russia. Tra i fermati alcuni minorenni e anche cinque giornalisti (un fotoreporter della Novaya Gazeta che si era avvicinato troppo a un furgone della polizia è stato portato in caserma a Mosca).

“Gli arresti in Russia minacciano le libertà fondamentali di espressione, associazione e assemblea” ha dichiarato un portavoce dell’Alto rappresentante Federica Mogherini.

Navalny è stato arrestato molte volte nel corso della sua attività politica, e si è visto impedire anche la partecipazione alle presidenziali di marzo. Ufficialmente una corte lo ha accusato di appropriazione indebita, ma secondo lui e i suoi sostenitori si è trattato di un processo fasullo su accuse formulate al solo fine di tenerlo lontano dal contesto elettorale.

Putin ha stravinto le elezioni, con il 77 per cento dei consensi, ma diverse organizzazioni internazionali hanno detto che il contesto in cui si è votato non lasciava scelta agli elettori. Le manifestazioni di oggi sono state una forma di protesta contro il controllo che Putin, lo Zar, ha imposto sulla Russia.

 

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