Un nuovo weekend è alle porte. E gli italiani dovranno affrontarlo ancora orfani di un governo. In molti hanno ormai smesso di contare i giorni, complice anche la bella stagione, ma oggi sono due mesi esatti da quando sono stati chiamati alle urne. Dalla mezzanotte del 4 marzo, scrutinate le schede, nulla è cambiato.
Per chi scrive, e per chi legge, non sono mancati certamente i brividi e i colpi di scena. A tenere alto il pathos, oltre a Luigi Di Maio, è stato senza dubbio l’eccentrico Matteo Salvini che ogni giorno non ha fatto mancare il suo contributo.
L’ultima uscita: ritorno di fiamma con i 5 stelle ma con un governo solo fino a dicembre. “La Lega chiederà a Mattarella di dare incarico a un governo che parta dal centrodestra col sostegno del M5S che faccia poche cose fatte bene fino a dicembre”, ha detto in conferenza stampa a Milano dopo il consiglio federale del Carroccio, in via Bellerio.
Il leader del Carroccio non ha però specificato se Di Maio dovrà sopportare il Cavaliere fino a dicembre oppure se Berlusconi è fuori da questo nuovo disegno.
Fatto sta che ha pensato: “Se di governo tecnico, di scopo o istituzionale, l’incarico va dato partendo da chi ha vinto le elezioni, escludo qualsiasi tecnico alla Monti. E ribadisco l’invito a M5S come fare insieme un governo a tempo per fare poche cose e bene”. Mica tante e cattive. E quali?
Il piano economico di Salvini per guidare l’Italia entro dicembre prevede di: “Approvare una legge elettorale su modello regionale, togliere Iva e accise senza aumentare le tasse, voglio un capo di governo che vada a Bruxelles per difendere gli italiani. Sarei contento se ci fosse questo percorso con i 5 stelle senza che ci sia il professore che ci piova addosso”.
Il numero uno della Lega ha detto di “avere dei nomi in testa, non sono necessariamente leghisti né necessariamente eletti”. Per il resto, “dove c’é Renzi non c’è Salvini”, e soprattutto contrario ad ogni idea che parta da chi ha perso le elezioni. Salvini dice ancora di avere “un interesse verso il Pd pari a zero” e assicura che un punto di unione tra flat tax e reddito di cittadinanza “è già stato trovato”. Mica peanuts. Per i nostri lettori più disattenti il prof. citato da Salvini è Michele Geraci (che tiene corsi di finanza in Cina) e non il mago Otelma da Napoli!
Il leader della Lega sarà certamente soddisfatto della centralità mediatica che esibisce, ma naturalmente dopo due mesi anche lui inizia ad accusare segni di stanchezza, fra ruspe e servitù all’Europa (altro che referendum grillino).
Le conclusioni, amare, di questa lunga agonia, sono state ben sintetizzate da Leonardo Becchetti, docente di economia a Tor Vergata ed apprezzatissimo oltretevere.
“Benvenuti nell’era del tanto peggio tanto meglio. Bisogna vedere peggio quanto Intanto il governare si ferma e impazza la campagna elettorale…Ma cosa abbiamo fatto di male di terribile Cosa dobbiamo espiare noi italiani per meritarci un’altra campagna elettorale?”.