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Savona ha fatto il suo. Ora prevalga l’interesse nazionale (quello vero)

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La nota di poco fa del prof. Savona è utile ed opportuna, perché sgombra il campo da molti equivoci esplosi con fragore in queste ultime settimane. Ne esce il profilo che conosciamo, cioè quello di un intellettuale, uomo di governo e di potere, che conferma il suo forte spirito di adesione al progetto europeo, chiarendo però che l’Europa che vuole (o che sogna) è ben diversa da quella che c’è.

Nei propositi di Savona vi sono aspetti di enorme rilevanza, come l’auspicio di incremento dei poteri della Banca centrale europea o l’attribuzione al Consiglio europeo della funzione di controllo sul rispetto dei contenti previsti dai trattati (che sottintende la nascita di una alleanza tra governi “sovranisti”).

Va detto però che la nota è soprattutto utile in chiave interna, poiché rende molto difficile sostenere che il prof. Savona covi propositi “eversivi “. A questo punto però l’interesse nazionale deve prendere il sopravvento su tutti i calcoli politici e su tutte le rivalità (personali e non).

Il governo Conte deve essere messo in condizione di partire perché ne ha la forza parlamentare, requisito unico ed insostituibile ai sensi della lettera (e dello spirito) della Costituzione. Si componga dunque la situazione in modo virtuoso, anche perché abbiamo già esposto troppo il Capo dello Stato, la cui suprema magistratura non deve mai essere trascinata nella polemica politica (facciano di questo mea culpa in molti tra i protagonisti del dibattito e anche qualcuno nello staff del Quirinale).

La maggioranza Lega-M5S non è stata votata dagli italiani, ma si è formata dopo le elezioni del 4 marzo. Ha programmi ambiziosi che richiederanno risorse imponenti, tutt’altro che disponibili nel nostro bilancio.

Savona dice che sarà rigoroso sui conti pubblici e non abbiamo motivo di non credergli: quindi è giusto che si passi dalla teoria alla pratica. Si trovi dunque la “quadra” entro stasera per consentire al governo di andare al voto di fiducia all’inizio della settimana, anche perché sul fronte dei mercati finanziari abbiamo già pagato pegno a sufficienza.

Così l’Italia tornerà alla fisiologia democratica (maggioranza e opposizione che si confrontano) e potremo così affrontare anche le prossime scadenze internazionali. Gli alibi sono finiti per tutti. Il governo si può fare. Chi non lo pensa, quale che sia il ruolo ricoperto, deve dirlo chiaramente spiegandone i motivi. Anche chi vuole andare a votare subito è pregato di abbandonare ogni ambiguità. Nelle prossime ore ci giochiamo la faccia, non c’è spazio per balletti di genere, trabocchetti o amenità varie.

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