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Che cos’è B&R e quanto guadagnerà la Cina dal nuovo piano in Serbia

Agricoltura, trasporti e infrastrutture, miniere e green economy. La Cina da tempo ha cerchiato in rosso il quadrante balcanico nell’ambito di un suo disegno di espansione intercontinentale, come dimostrano i numerosi incontri bilaterali che, adesso, si stanno trasformando in strategie operative di cooperazione.

Regista della nuova partnership cinese in Serbia è la Chinese-Serbian Commerce Association, guidata da Xu Li che, tenendo a battesimo la nuova realtà lo scorso febbraio, ha offerto un significativo voucher alle principali società cinesi in Serbia per riunire attorno ad un tavolo esperti e uomini d’affari. E concludere importanti contratti.

L’obiettivo palese è, dopo la conquista da parte di Cosco China dell’hub containers greco del Pireo, di segnare un altro punto a favore di Pechino nel vecchio continente.

BELT AND ROAD

Si chiama B&R (Belt and Road) il nuovo “piano Marshall” cinese per i Balcani, in modo particolare in Serbia. Una sorta di work-park per dare lavoro a 1800 imprese con 7500 posti di lavoro diretti e 15mila indiretti per la Serbia. Primo obiettivo è la realizzazione dell’autostrada E763 che aiuterà la Serbia a implementare la rete di trasporti per promuovere lo sviluppo economico. Il piano darà una svolta al pil serbo che al momento è di 1,9 miliardi di dollari fino ad almeno 2,3 miliardi.

Belt and Road potrebbe così essere un punto di partenza per il possibile coinvolgimento di altre energie. Il riferimento è al rafforzamento della cooperazione nelle aree più redditizie (non fosse altro perché fino ad ora non adeguatamente sfruttate) come agricoltura, trasporti e infrastrutture, logistica, Ict, energia e miniere.

Inoltre a breve ci sarà una seconda compagnia aerea che collegherà Belgrado con un’altra città cinese dopo che già dal 2017 è attiva la tratta diretta Belgrado-Pechino.

CHI TESSE LA TELA

In Serbia principale sponsor di Pechino è Zarko Obradovic, a capo della commissione per gli affari esteri dell’Assemblea nazionale serba, che da alcuni anni sta lavorando affinché Belgrado diventi il primo partner cinese nel costone balcanico: prova ne è, il fatto che la Serbia ha firmato il maggior numero di progetti nell’ambito dell’iniziativa Belt and Road.

Interessante traino per affari e possibili privatizzazioni tra i due Paesi sarà la cultura. A dirigere l’Istituto Confucio dell’Università di Novi Sad c’è Chen Hui, figura particolarmente abile nel progettare nuove forme di partenariato per gli studenti tramite programmi linguistici dedicati agli studenti serbi, partendo dalle scuole elementari e finendo a quelle superiori in ben 16 istituti nelle città di Belgrado, Novi Sad e Sabac.

Secondo i dati dell’Istituto Confucio, dal 2014 sono circa 2.000 gli studenti iscritti all’Istituto di Novi Sad per l’apprendimento della lingua cinese, tra cui 60 hanno partecipato al campo estivo cinese, 600 hanno sostenuto test ufficiali e 10 studenti hanno presentato domanda per borse di studio per formarsi nelle università della Cina. Come dire che il travaso di appalti e denaro viene controbilanciato da uno spostamento di menti e braccia, che sceglieranno la Cina per una formazione qualitativa che al momento la Serbia non può sostenere.

PUZZLE

Si tratta di un altro pezzo di quel grande e articolato puzzle che prende il nome di Via della seta, la nuova “autostrada” che si snoderà dalla Cina alla Germania, passando per il nuovo centro nevralgico delle meci mediterranee, appunto il Pireo, e quindi risalendo l’Adriatico lungo i Balcani.

Con sullo sfondo, per quanto riguarda la Serbia, non solo le sue precarie condizioni socio-economiche ma anche la pressione dell’Unione europea per riconoscere l’indipendenza del Kosovo.

“Ultima” dimostrazione di vicinanza cinese è stato il salvataggio di 5.200 posti di lavoro a Smederevo, una città di 100.000 abitanti che per decenni è dipesa dalla sua acciaieria. Il gruppo statale cinese Hbis ha acquistato l’acciaieria, l’unica in Serbia, per 46 milioni di euro, dopo che il precedente proprietario l’aveva ceduta al governo serbo nel 2012 per la simbolica cifra di un dollaro.

twitter@FDepalo

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