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La stretta della Brexit sugli immigrati europei

Cremlino, brexit

Circa quattro milioni di immigrati dall’Ue potranno vivere stabilmente in Gran Bretagna dopo la Brexit e portare con sé anche le loro famiglie. È l’ultima decisione, quella definitiva pare, che arriva dal governo inglese. Il neo ministro Sajid Javid l’ha resa nota nelle ultime ore presentando per i cittadini europei, che vivono nel Paese da almeno cinque anni, il diritto al nuovo “status acquisito” quando la Brexit sarà realtà.

E a chiunque sia stato residente nel Regno Unito per un periodo più breve sarà permesso di rimanere dopo la Brexit fino a quando non avrà raggiunto la soglia dei cinque anni: a quel punto potrà fare domanda.
Il ministro Javid ha affermato che le persone che avranno conseguito il sopracitato status potranno portare nel Regno Unito anche i familiari stretti, come coniugi, figli e genitori, ma sempre dopo che il periodo di transizione sarà finito.

È previsto che saranno circa 3,8 milioni gli immigrati candidati al nuovo status. Ma gli addetti ai lavori riferiscono che il sistema per il trattamento della domanda potrebbe non essere pienamente funzionante fino alla fine dell’anno, e potrebbe non essere accessibile a tutti i richiedenti fino al prossimo marzo. Cosa che, però, Javid tende a smentire promettendo che il processo sarà “di facile utilizzo”.

Caron Pope, socia di Fragomen, studio legale specializzato in immigrazione, ha detto che i piani proposti dimostrano che l’Home Office sta “facendo immigrazione in modo diverso”. “È rassicurante che il ministero degli Interni voglia chiaramente rendere questo un processo facile e non trovare il modo di rifiutare le domande degli immigrati per motivi tecnici”, ha aggiunto.

“I cittadini dell’Ue che vivono nel Regno Unito, insieme ai loro familiari, saranno in grado di rimanere e continuare la loro vita, con il medesimo accesso al lavoro, allo studio, ai benefici e ai servizi pubblici di cui godono ora”, ha scritto Javid nella prefazione del documento che illustra i piani futuri.

Il ministero degli Interni è stato oggetto di forti critiche negli ultimi mesi per il suo approccio “ostile” agli immigrati, e sono state sollevate domande sulla capacità del dipartimento di gestire le più ovvie complicazioni.
Il diritto automatico di stabilirsi sarà, comunque, a condizione che paghino una tassa equivalente a £ 65 per adulto e £ 32,50 per bambino per l’elaborazione delle domande.

Tuttavia, i controlli dei casellari giudiziari internazionali non saranno eseguiti molto spesso, il che significa, fa notare il Daily Mail, che i criminali violenti potrebbero ottenere il diritto di vivere nel Paese come tutti gli altri. E che se anche solo un cittadino dell’Ue avesse precedenti penali in Gran Bretagna, potrebbe non essere contemplata l’espulsione. La nota testata inglese, quindi, rincara la dose aggiungendo che la prospettiva che i pericolosi criminali nell’Ue non saranno identificati come tali, quando chiederanno il diritto di stabilirsi nel Paese, si fa sempre più plausibile.

I funzionari hanno ribadito che sono tanti i reati che rischiano di passare inosservati con queste modalità. E  che sono in particolare i colpevoli di violenze sessuali – che rappresentano un capitolo dell’immigrazione mai chiuso per gli inglesi – a poterla passare tranquillamente liscia: un simile reato, potrebbe, infatti, non rappresentare motivo sufficiente per l’espulsione.

Detto ciò saranno circa 600mila gli immigrati in più rispetto a quanto previsto fino ad ora, e il dato non è nient’altro che il sintomo che i funzionari non hanno idea di quanti migranti europei vivano nel Regno Unito.


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