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Think Milano e l’innovazione di Ibm al servizio della salute

Ibm

L’innovazione tecnologica applicata al Sistema Sanitario, tra possibilità e benefici. Di questo si è parlato a Milano, durante il panel “Il valore dell’innovazione in sanità” organizzato nell’ambito dell’evento “Think Milano – Pronti a un nuovo incontro con la tecnologia?” organizzato da Ibm e che si terrà nel capoluogo lombardo fino al 12 giugno. “L’innovazione tecnologica non è buona di per sé, ma diventa importante laddove può abilitare modelli di ricerca, di cura, di presa in carico dei pazienti che trasformino il modella di assistenza e riescano a essere più efficaci o efficienti – ha spiegato Daniela Scaramuccia, director Health & Life Science Industries Ibm Italia a margine dell’evento -. Non una innovazione buona perché ‘nuova’, ma perché abilita una trasformazione che può contribuire a rendere il nostro sistema sanitario più sostenibile”.

Il panel ha visto la partecipazione di Giulio Gallera, assessore al Welfare, Regione Lombardia, Andrea Urbani, direttore generale programmazione, ministero della Salute, Pasquale Frega, componente comitato di presidenza Farmindustria, Francesca Moccia, vice segretario generale, cittadinanzattiva, Fabrizio Landi, presidente, Fondazione Toscana Life Science, Francesco Daveri, direttore Full-Time MBA, SDA Bocconi. Al secondo panel, “Dall’ospedale alla casa: storie di innovazione in sanità lungo tutto il percorso di cura”, hanno discusso invece Nicolò Maneresi, ceo Menarini Silicon Biosystems, Stefano Nunziata, manager of Activage Project and Italian Site CUP 2000, Alessandro Zeppegna, ceo IPSA e Francesco Conti, direttore government Affairs & Comm. Medtronic.

Un ruolo importante, hanno spiegato i relatori, è quello giocato dalla data analytics, che permette di conoscere in modo completo la storia clinica di un paziente che si reca in una struttura sanitaria per sottoporsi a un intervento chirurgico. L’analisi dello storico dei dati da parte dei medici può portare alla definizione di un quadro clinico più preciso, a una migliore preparazione all’intervento, a un controllo più puntuale nel decorso post-operatorio, a una verifica effettiva dell’aderenza alla terapia e all’accelerazione della cura. Non solo. L’analisi dei dati in forma anonima da parte delle strutture ospedaliere può consentire una verifica in dettaglio degli esiti di una particolare tipologia di intervento, verificarne le percentuali di successo e controllare le condizioni del paziente a intervalli regolari dopo l’operazione. Affinché tutto questo possa avvenire, però, è necessaria la collaborazione delle strutture sanitarie e la volontà di registrare e condividere i dati in formato digitale, per consentire analisi ed elaborazioni. Sfortunatamente, questa procedura viene ancora in parte percepita come la volontà di “controllare” ciò che accade negli ospedali dall’esterno. Inoltre, condividere le proprie informazioni con strutture concorrenti non è sempre visto di buon’occhio, anche se questo può portare a un netto miglioramento della gestione della salute e della cura dei cittadini.

Anche da parte dei pazienti si manifesta una generale reticenza alla condivisione dei propri dati. Un’eccezione in questo senso è rappresentata da “Io mi curo al Sud” della Fondazione Pascale, in cui tutti i pazienti che partecipano al progetto hanno accettato di condividere i loro dati. I pazienti oncologici con tumore alla prostata possono utilizzare un’app per mantenere controllati determinati valori che vengono costantemente verificati dall’equipe medica della Fondazione Pascale. In questo modo, i pazienti non devono recarsi in ospedale per visite e ritiro dei referti, ma le loro condizioni sono puntualmente monitorate. Questo si traduce in una maggiore tranquillità per i pazienti, che vengono controllati da casa, e in minori costi che l’ospedale deve sostenere per visite o ricoveri non necessari.

Questo è un altro aspetto rilevante dell’introduzione di soluzioni tecnologiche avanzate in sanità: la riduzione dei trattamenti ambulatoriali grazie alla possibilità di effettuare determinate terapie o analisi da casa. Il risultato è un maggiore agio per i pazienti, minori costi per le strutture e una riduzione nelle liste d’attesa per effettuare visite mediche o trattamenti.

Tra i casi illustrati, il CUP2000, un progetto in “Large Scale Pilot” con l’obiettivo quello di avviare i servizi su larga scala, affrontando tutte le sfide legate all’avvio di servizi innovativi nel sistema sanitario regionale e non solo dello sviluppo di nuove idee tecnologiche. Le sfide con cui ci si trova a confrontare vanno ben oltre la mera tecnologia. Dall’accettabilità da parte degli utenti, facilitata dalle garanzie della tutela della privacy; al coinvolgimento delle Case Della Salute e dei Medici di Medicina Generale, che sono anche il canale principale di reclutamenti degli assistiti. Poi ancora la Smart Hospital, composta da armadi e carrelli intelligenti e da specifici software in grado di ottimizzare la gestione di farmaci e dispositivi medici delle unità operative ospedaliere, reparti e sale operatorie, in modo originale ed efficace, ideata dalla IPSA, una azienda nata nel 1997 che si occupa dei sistemi di automazione per la farmacia.

Durante la giornata, è stata illustrata anche Sugar.IQ assistant, un’applicazione che analizza in continuo come i livelli di glucosio di un individuo rispondono all’assunzione di cibo, ai dosaggi di insulina, alle routine quotidiane e ad altri fattori, sviluppata da Medtronic con la collaborazione di IBM Streams e IBM Watson Health. L’applicazione, unitamente al sistema di monitoraggio continuo del Glucosio- Guardian Connect, può trasformare modelli difficili da determinare in informazioni personalizzate che aiutano le persone con diabete a mantenere i loro livelli di glucosio nell’intervallo target.


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