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Più investimenti e equità in Europa. Ecco la formula per una buona politica industriale

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Non solo la rielezione di Carmelo Barbagallo al vertice del sindacato confederale. Il diciassettesimo Congresso nazionale della Uil, svolto a Roma, sarà ricordato per il grido di dolore per l’Ilva lanciato dai metalmeccanici.

PALOMBELLA CHIEDE UNA SOLUZIONE PER L’ILVA

Un’ovazione prolungata della platea congressuale ha salutato l’intervento di Rocco Palombella, leader della Uilm, che dal palco, rivolto al ministro Luigi Di Maio, seduto vicino, ha ricordato come il tempo sia ormai scaduto per il grande gruppo siderurgico e come sia necessario fare delle scelte salvifiche. La cosiddetta “standing ovation” è diventata irrefrenabile appena il sindacalista, originario proprio della provincia di Taranto, ha spiegato ad alta voce e senza mezzi termini: “Un gruppo indiano viene a prendersi un gioiello che è quello degli stabilimenti Ilva e noi dobbiamo consegnare quattromila esuberi. Basta esuberi! Noi non dobbiamo determinare esuberi. I lavoratori hanno creato lo stabilimento e lo continuano a gestire nonostante tutti i problemi ambientali”. Ma non è solo il sindacato a chiedere una soluzione positiva per l’Ilva.

DAL POZ E BOCCIA DALL’ASSEMBLEA DI FEDERMECCANICA

Anche gli industriali hanno fatto la voce grossa nel corso dell’assemblea annuale di Federmeccanica, tenuta a Vicenza. Il suo presidente Alberto Dal Poz ha detto: “Al nostro Paese è indispensabile una politica industriale. Serve la materia prima, l’acciaio e serve l’Ilva”. Gli ha fatto eco, subito dopo, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria: “Su Taranto ci giochiamo la credibilità del Paese perché non può succedere che arriva un nuovo governo e cambia le regole del gioco. Quando, invece, gli investitori stranieri andrebbero accolti coi tappeti rossi”. Di una cosa c’è certezza: non può esserci politica industriale a favore della manifattura e della siderurgia senza investimenti pubblici e privati capaci di sostenerla. Sindacato ed industriali sono pronti a cogliere i segnali del governo in questa direzione. Può risultare determinante riqualificare l’offerta attraverso un piano di investimenti pubblici per lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Si tratterebbe di una scelta che moltiplicherebbe di conseguenza anche gli investimenti privati.

BARBAGALLO CHIEDE INVESTIMENTI

La Uil, attraverso Carmelo Barbagallo lo ha ripetuto per l’ennesima volta anche nella sede congressuale: “Noi proponiamo che si crei una cabina di regia nazionale deputata esclusivamente al monitoraggio della realizzazione delle opere pubbliche con risorse provenienti dall’Unione europea. Come è noto, una parte di quelle cifre resta sistematicamente inutilizzata”. Senza escludere che si debba anche recuperare l’esperienza degli interventi straordinari per il Sud.

LA SCELTA EUROPEA

Rimane, comunque, fondamentale muoversi nell’alveo dell’Unione europea. Mai come in questo momento risulta necessario farlo, perché proprio ora si sta discutendo a livello continentale di una riforma dell’eurozona attraverso la determinazione di un bilancio comune. È legittimo auspicare una contribuzione differenziata dei contributi dei Paesi aderenti, al fine di ottenere tra gli stessi un livello di inflazione omogeneo. Inoltre, è utile assicurarsi contro la disoccupazione e rispetto ai cambiamenti di regole nel Fondo di stabilità europeo, affinché non emergano direttive che impongano riforme in cambio di aiuti economici ai Paesi in crisi. I nuovi passi che stanno segnando il processo di costruzione europei avranno ricadute anche sul nostro Paese e anche le parti sociali dovranno alzare il relativo livello di attenzione.

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