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Migranti, perché l’Albania gioca al rialzo con l’Ue per gli hotspot?

Un’altra voce di dissenso si aggiunge alla disputa sulla riforma della politica migratoria europea. Edi Rama, primo ministro albanese, respinge categoricamente l’istituzione di centri di asilo dell’Ue nel suo paese, anche se ha in passato promesso di aderire all’Europa in cambio di questo piccolo grande aiuto.

Di contro, però, loda l’azione della Merkel proprio sul tema accoglienza, forse perché sa di poter contare sul sostegno del cancelliere federale austriaco Sebastian Kurz e del presidente del parlamento europeo Antonio Tajani all’allargamento Ue, ma gli stessi due però nei giorni scorsi si sono schierati a favore della creazione di tali campi al di fuori dell’attuale confine esterno dell’Ue.

GIOCO AL RIALZO

Tirana è al confine con la Grecia, quindi molto vicina logisticamente ad un fronte caldo dell’immigrazione euromediterranea. Le parole del premier albanese vanno in una doppia direzione. Da un lato sottolinea che l’Albania sarà sempre pronta a dare il giusto contributo per far fronte agli oneri europei. Dall’altro precisa che tale assunzione di principio non implica che l’Albania firmi una sorta di cambiale in bianco per “assumersi i problemi di tutti”. La creazione di centri in Albania è vista dal governo di Tirana come una “soluzione pericolosa per rendere l’Albania la diga per i rifugiati europei”. Questo il bastone.

Poi la carota, con attestati di stima che Rama ha rivolto a Berlino e alla cancelliera Angela Merkel che, tramite l’accoglienza dei rifugiati nel 2015, ha preservato la reputazione dell’Europa “in un modo che avrebbe reso orgogliosi i nostri padri fondatori”.

Il nodo dei campi resta centrale, come dimostra la stima che il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha dimostrato per chiudere la rotta del Mediterraneo, ovvero sei miliardi di euro, ma con il rischio che gli euroscettici possano sommare questi denari agli altri che la stessa Bruxelles ha dato alla Turchia di Erdogan per tenere sul proprio suolo cinque milioni di profughi siriani.

“La crisi dei rifugiati deve essere affrontata indipendentemente dalla situazione attuale della nostra candidatura”, ha aggiunto Rama. Ma Bruxelles va nella direzione opposta, perché proprio sul tema migranti sta accelerando, come dimostra la bozza scaturita dal Consiglio Europeo per rafforzare “il concetto di piattaforme regionali di sbarco, in stretta cooperazione con i Paesi terzi interessati, come pure con l’Unhcr e l’Oim”.

Proprio nelle prossime 48 ore la riforma delle politiche migratorie sarà al centro della scena con in primo piano il tentativo di contrastare il business dei trafficanti e, quindi, impedire altre morti innocenti. Proprio al fine di eliminare gli incentivi agli imbarchi ed evitare al contempo che i viaggi della speranza di moltiplichino, la bozza prevede “un nuovo approccio nei confronti degli sbarchi di coloro che vengono salvati nelle operazioni di ricerca e soccorso”. Con le nuove piattaforme di sbarco.

VERSO L’UE?

L’obiettivo di Tirana è l’Ue, con l’apertura dei negoziati che è stata individuata nel giugno 2019: gioco forza, saranno vincolati ad una serie di condizioni, così come accaduto con Montenegro e Serbia. Rama da tempo sta premendo sui Paesi membri ma chiedendo anche loro di cerchiare in rosso una data entro cui la Commissione europea dovrà presentare i report preliminari e propedeutici alle valutazioni sui progressi complessivi del sistema-paese. Il tutto verrà rimandato al nuovo Parlamento, nato proprio dopo le elezioni europee del maggio 2019.

QUI ALBANIA

Nelle ultime settimane l’Albania, da semplice passaggio, è diventata una meta per i rifugiati, con numeri da capogiro. Infatti i centri di accoglienza di Tirana ospitano oggi migliaia di rifugiati che chiedono di poter restare in Albania, ma con la spada di Damocle della burocrazia locale letteralmente invasa da pratiche di richieste d’asilo da parte di siriani.

Ma perché l’Albania è così tanto gettonata? Perché, con un significativo risparmio di tempo, si riesce con i nuovi documenti a trasferirsi in Germania, Francia e Regno Unito. Quindi i migranti vogliono andare lì, ragion per cui Bruxelles ha individuato proprio in Albania il sito dove impiantare le nuove piattaforme di accoglienza.

twitter@ImpaginatoTw

 

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