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Pipero, il ristorante (di lusso) scelto da Casaleggio per la cena con Lanzalone

Un tempo, il luogo di ritrovo di politici e manager a Roma era il ristorante Dal Bolognese nella centrica piazza del Popolo. A Milano, invece, i grandi deal degli anni d’oro si sono conclusi sui tavoli dell’Antica Trattoria Pesa a Brera. Oggi lo scenario in cui si è svolto il fatidico incontro tra Davide Casaleggio, Pietro Dettori e Luca Lanzalone (consulente del Movimento 5 Stelle e mediatore nella vicenda dello stadio della Roma) è il ristorante Pipero.

Sul Corriere della sera Alessandro Trocino riporta le diverse versioni degli interessati e sottolinea che l’incontro non sarebbe stato casuale perché l’intero ristorante era stato prenotato dall’associazione culturale Gianroberto Casaleggio. Alessandro Pipero, proprietario del ristorante, ha confermato che Casaleggio “era seduto a un altro tavolo rispetto a quell’altro signore”. I due avrebbero parlato di informatica e di futuro, non di politica.

Ma com’è il luogo scelto dai grillini per concludere le decisioni cruciali sul futuro? Non è una pizzeria (preferita da Luigi Di Maio e Giuseppe Conte le lunghe serate per le trattative sul nuovo governo) ma Pipero, uno dei ristoranti più buoni (e costosi) della capitale.

Con una stella Michelin, Pipero ha traslocato da poco vicino ai palazzi della politica romani. Il ristorante è diventato famoso per la sua carbonara da quando era all’interno dell’albergo Rex nel rione Parione. Ora è a Corso Vittorio Emanuele in angolo con via Larga, proprio davanti alla Chiesa Nuova di Francesco Borromini. La Chiesa però non si vede e non perché manchino le finestre: i 400 metri quadri sono riparati dai curiosi grazie a lunghe tende chiare. Per chi vuole ancora più privacy c’è una saletta riservata al piano di sotto, dove c’è la cantina, che può essere prenotata.

Riuscire ad avere il menù da Pipero è complicato. Lui, entusiasta, invita i commensali a lasciarsi guidare dalle sue proposte. Il menù però c’è: rigatoni broccoletti e salsiccia (30 euro); tagliolino al verde, midollo e frutti di mare (30 euro); fiorentina di manzo per due (110 euro); cotoletta di vitella alla milanese, patate e liquirizia (60 euro); sgombro maionese al wasabi e patate (25 euro); amarena, cioccolato e nocciola (20 euro). A pancia piena si ragiona meglio.

Sul Gambero rosso il proprietario racconta Pipero: “Una tavola dove la cucina conta, e tanto, ma è supportata da tutto il resto, l’accoglienza e il servizio che si fanno intuizione e psicologia, buon senso, tatto e professionalità, capacità di mettere al centro il cliente. E le sue esigenze”. Soprattutto quando in ballo c’è il “futuro”.


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