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La partita (geopolitica) di Putin ai Mondiali di calcio 2018

È tutto pronto per il fischio d’inizio dei Mondiali di calcio 2018 in Russia. Anche se è un grande sportivo, il presidente russo Vladimir Putin non è appassionato di calcio. Ha però colto l’occasione di sfruttare (a suo vantaggio) uno degli eventi agonistici più importanti e mediatici a livello internazionale. O almeno ci sta provando.

Per un mese il mondo guarderà la Russia. Solo per la costruzione di una dozzina di nuovi stadi, lo Stato russo ha investito 9,5 miliardi di euro. Le strutture sono ultramoderne e cercheranno di mostrare un nuovo volto del Paese, entrato nella lista di “regimi autoritari” della Democracy Index di Economist Intelligence Unit. Putin vorrà dare visibilità al dinamismo sociale ed economico della Russia.

LA SCUSA DEL PALLONE

Usare lo sport come uno strumento di strategia geopolitica non è una novità. I Mondiali di calcio saranno non solo un appuntamento sportivo ma anche politico. A margine delle partite ci saranno incontri diplomatici e imprenditoriali. Con la scusa del pallone, capi di Stato e di governo si riuniranno in maniera semi-formale.

In un’intervista concessa al settimanale Newsweek, Andrei Kolesnikov, ricercatore del Carnegie Endowment for International Peace, ha spiegato che i Mondiali di calcio saranno “un tentativo per ammorbidire la reputazione dell’uomo di ferro (Putin, ndr.) e per presentare la Russia come un Paese forte, non solo nell’ambito militare ma anche più sociale e umano”.

LO SPORT COME STRUMENTO POLITICO

“Lo sport ha sempre avuto un significato speciale per la Russia – spiega Kolesnikov -. Putin avrà per quattro settimane l’attenzione di buona parte del mondo. […] Ma i Mondiali di calcio 2018 non avranno nessun effetto sull’immagine della Russia. Mosca è troppo tossica in questo momento, come durante i Giochi Olimpici del 1980 organizzate dall’Unione sovietica di Leonid Brézhnev”. Come i Giochi Olimpici d’Inverno del 2014 a Sochi, anche i Mondiali di calcio 2018 in Russia è tra gli eventi sportivi più costosi della storia.

Anche secondo Zachary Witlin, analista di Eurasia Group, il Cremlino pensa che le partite dei Mondiali potranno servire come scenario per iniziare conversazioni di distensione con l’Unione europea e gli Stati Uniti, ma per Washington Bruxelles o Berlino non sarà così. L’obiettivo principale delle élite russe con i Mondiali è dimostrare il “soft power”.

LE MINACCE DELLO STATO ISLAMICO

Un combattente jihadista punta un’arma mentre una bomba esplode in uno stadio di calcio. In una scritta si legge “Putin: tu, infedele, pagherai il prezzo per uccidere musulmani”. Il fotomontaggio di Lionel Messi e Cristiano Ronaldo decapitati. Queste sono alcune delle immagini firmate Stato Islamico che circolano in rete.

Nell’ultimo anno l’Isis ha diffuso attraverso i social network e i servizi di messaggistica criptata molti inviti ai suoi sostenitori per attaccare i Mondiali di calcio in Russia. Sebbene gli operativi di sicurezza russi sono molto rigorosi, ci sono alcuni luoghi vulnerabili all’azione di “lupi solitari.

Per Grigory Shvedov, caporedattore dell’agenzia Caucasian Knot il monitoraggio delle operazioni di Isis rivela che ci sono stati attentati contro le chiese ortodosse russe nel Caucaso nord; un indicativo dei preparativi per attentare contro i Mondiali.

“Un attentato riuscito in Russia darebbe una grande spinta propagandistica allo Stato Islamico e ai suoi combattenti e sostenitori”, ha dichiarato Matthew Henman, direttore del Centro Jane’s di Terrorismo dell’IHS Markit.

Mark Galeotti, esperto di servizi di sicurezza dell’Istituto di Rapporti Internazionali di Praga ha spiegato a Newsweek che “Sochi è stato, essenzialmente, un solo punto da controllare. I Mondiali di calcio invece avranno troppe persone e troppi luoghi. Se si vuole fare un attentato terroristico non bisogna entrare ad uno stadio ma si può anche fare con un autobus nelle vicinanze dello stadio. Quello sarebbe già un attentato ai Mondiali”.



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