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Vi spiego il vero business dell’immigrazione. Parla il capitano De Falco (M5S)

“Il governo italiano è riuscito a fare una breccia nel muro di indifferenza che contraddistingueva gli altri Paesi europei. L’Italia in tutti questi anni ha sperimentato la propria solitudine, ora non dovrà essere più così”. Il capitano della Marina Gregorio De Falco è un senatore della Repubblica appena entrato a Palazzo Madama con il Movimento 5 Stelle. Ma è anche uomo di mare: la sua notorietà è legata alla tragedia della Costa Concordia (13 gennaio 2012), quando, nel bel mezzo del naufragio, intimò per telefono al comandante Francesco Schettino, che aveva abbandonato la nave, quel “salga a bordo, cazzo!” che gli procurò la stima di tutta Italia.

Capitano De Falco, dunque sta dalla parte di Salvini…

No, sto dalla parte del governo Conte. Solo dopo i fatti degli ultimi giorni alcuni Paesi non irrilevanti come Francia e Spagna hanno iniziato a dimostrare disponibilità verso una redistribuzione dei migranti che era già stata stabilita dai regolamenti europei, che finora sono stati tranquillamente violati. Comunque la si pensi, l’Italia ha messo in campo un’operazione umanitaria: di fronte all’indisponibilità di Malta ad accogliere Acquarius, ha deciso di andare a scortare questa nave con due motovedette a supporto fino all’approdo di Valencia.

Cosa ne pensa della chiusura dei porti ordinata da Salvini?

Non sono stati chiusi i porti. La normativa dice che un Paese può vietare il passaggio nelle acque territoriali se una nave ha un comportamento ostile. Avere a bordo immigrati clandestini può essere inteso come un caso di ostilità. Il ministro può vietare alla nave specifica di navigare in acque italiane o di attraccare in un determinato porto. Ma il provvedimento vale sono per quella imbarcazione, non per le altre. Infatti altre sono arrivate.

Fatto sta che quella nave con a bordo dei disperati ha navigato una settimana prima di arrivare a Valencia.  

L’operazione comunque è andata a buon fine. Forse, date le condizioni meteo, si poteva scegliere una diversa soluzione, per esempio accettare l’invito della Corsica, luogo più vicino di Valencia. Ma mi faccia fare chiarezza su una questione.

Prego.

Una cosa è il fenomeno marittimo e i salvataggi in mare e un’altra è il fenomeno migratorio: sono due passaggi distinti e separati. L’operazione di salvataggio e soccorso in mare di un’imbarcazione in difficoltà non c’entra nulla con la gestione del fenomeno migratorio che inizia dopo, quando le persone arrivano in un porto e vengono sbarcate.

Toninelli, il ministro competente sui porti, è stato scavalcato dal ministro dell’Interno Salvini…

Non mi risulta affatto che Toninelli sia stato scavalcato, il governo ha agito in maniera compatta. In mare c’è la consuetudine che prevale su tutti i trattati. E la consuetudine vuole che in mare l’uomo salvi l’uomo: ogni persona o nave che può essere di aiuto per qualcuno in difficoltà è obbligato a intervenire. Ogni isola è un possibile approdo per un navigante. Questo spiega perché le isole hanno spesso abitazioni bianche o colorate, così da essere ben visibili dal mare.

Come giudica la politica dell’ex ministro Minniti, che aveva ridotto drasticamente gli sbarchi?

La politica di Minniti ha solo allontanato il problema dai nostri occhi, spostando la questione in Libia. Ha nascosto la polvere sotto il tappeto. Il numero di persone detenute nei lager libici, infatti, è drasticamente aumentato. Il problema si affronta solo con una presa d’atto di responsabilità degli altri Paesi europei.

Secondo i dati europei sulle quote, l’Italia si lamenta, ma è al di sotto della quota immigrati che dovrebbe ricevere. Invece la Germania ne ha accolti di più.

La Germania è uno dei pochi Paesi che ha ricevuto più migranti di quelli che le spettano. Ci sono tanti Paesi defilati, che ignorano o non vogliono occuparsi del problema, ma sicuramente non i tedeschi.

Cosa pensa della guerra che Salvini ha dichiarato alle Ong?

Alcuni navi Ong battono bandiere di Paesi che non sanno nulla della loro esistenza né di cosa fanno. Occorre fare molta chiarezza, perché una bandiera collega la nave a uno Stato e, soprattutto, alla giurisdizione di quello Stato. Molte situazioni sono ambigue.

Secondo lei esiste un business dell’immigrazione?

Il vero business dell’immigrazione inizia a terra, con cooperative e associazioni che prendono molti soldi per fare accoglienza, percepiscono quote-migrante di cui solo una parte esigua viene utilizzata per l’assistenza. Gli altri soldi che fine fanno? Chi prende soldi pubblici deve fornire un rendiconto su come utilizza le risorse.



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