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Casse previdenziali a sostegno dell’economia reale. Così la Castelli rilancia

Le casse di previdenza nell’economia reale? Bene, ma a precise condizioni. Per esempio un alleggerimento fiscale sugli investimenti. Questa mattina il viceministro all’Economia, Laura Castelli, è tornata a rilanciare il ruolo degli enti previdenziali nel sostegno all’economia. Più volte le casse, riunite nell’Adepp guidata da Alberto Oliveti, si sono ritrovate a chiedere condizioni più agevoli per poter investire i soldi degli iscritti in progetti, spesso riguardanti infrastrutture.

“Il mondo delle Casse di previdenza, che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, più volte ci ha chiesto di aiutarlo ad interpretare quella che è la volontà di sviluppo dell’economia reale: questo è nelle vene del nostro governo, che ha molta attenzione verso l’economia reale”, e verso quel che determinate operazioni finanziarie “producono in alcuni settori”.

Secondo Castelli, “la struttura e la sicurezza di alcune risorse, come quelle delle Casse di previdenza private, che hanno delle regole precise, permettono di essere sicuri che, quando si utilizzano, andranno veramente a finire nell’economia reale del Paese. Personalmente, non ho ancora incontrato”, dall’insediamento al ministero, “i vertici delle Casse l’ho fatto negli anni scorsi”, ha chiarito Castelli, evidenziando come il settore abbia, comunque, da parte del governo, “una grandissima attenzione”.

Ma cosa ne pensano i diretti interessati? Chi conosce bene il mondo delle casse, come Stefano Ronchi, founder di Valore, società del no profit che con gli enti previdenziali ha sottoscritto numerosi accordi strategici, vede il bicchiere mezzo pieno dopo l’uscita della Castelli.

“Noi abbiamo sempre spinto per gli investimenti delle casse nell’economia reale. Ma con l’esigenza di rafforzare la norma attuale sugli investimenti, che per esempio non prevede forme di incentivazione negli investimenti nei fondi di debito. In una situazione in cui le banche non fanno più credito il lancio di fondi di debito possono essere una soluzione. Tuttavia non hanno la stessa parità fiscale tra fondi di debito e fondi di private equity”, spiega.

Ronchi insiste sulla necessità di agevolare ancor di più gli investimenti delle casse. “Per poter stimolare i  nostri interventi bisogna togliere la doppia tassazione e creare una sorta di premio. Oggi le casse chiedono un’aliquota omogenea alla tassazione dei redditi sui titoli di Stato. Dalla Castelli mi pare sia arrivato un segnale di interesse e attenzione, segnale positivo da parte di un governo che sta mettendo al centro della sua agenda anche gli enti-welfare”.


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