Nel 2016 la quantità di rifiuti urbani raccolti in Italia è stata di quasi 500 chili per abitante. I maggior quantitativi sono stati raccolti nel Nordest (549 kg per abitante) e al Centro (548). Minore la produzione nel Nordovest (482), nelle Isole (460) e al Sud (444). In corrispondenza della maggiore produzione di rifiuti, nel Nordest si rileva anche la percentuale maggiore di raccolta differenziata (66,6%, dato che rispetta l’obiettivo del 65% previsto dalla normativa). Poco inferiore risulta nel Nordovest (62,3%). Molto distanti i livelli di raccolta differenziata al Centro (48,6%), al Sud (43,3%) e nelle Isole (26%). Ma la Sardegna supera il 60%.
Sono questi alcuni dati contenuti nel Report 2017 dell’Istituto Nazionale di Statistica “Raccolta differenziata dei rifiuti: comportamenti e soddisfazioni dei cittadini e politiche nelle città”.
L’Emilia Romagna è la regione dove si producono più rifiuti urbani (653 Kg per abitante), seguita dalla Toscana (616). Il Molise e la Basilicata le regioni che ne producono di meno, rispettivamente con 387 e 353 chili per abitante. La raccolta differenziata varia da regione a regione: al Nord è maggiormente praticata che nel resto del Paese. Nel 2017 l’ 85% delle famiglie ha effettuato la raccolta differenziata della plastica e della carta, l’84% del vetro e oltre il 74% dell’alluminio. Allo stesso tempo il 70% delle famiglie ritiene di sostenere un costo elevato per la raccolta dei rifiuti e solo il 25% lo ritiene adeguato.
Per migliorare, in termini quantitativi e qualitativi, la partecipazione alla raccolta differenziata, il 93% delle famiglie vorrebbe maggiori informazioni su come separare i rifiuti e centri di riciclo e compostaggio più numerosi. Sul servizio di raccolta porta-a-porta solo il 26% degli italiani si definisce soddisfatto: più al Nord (oltre il 30%), meno al Centro e al Sud (20%). I motivi di insoddisfazione sono legati soprattutto agkli orari di raccolta dei rifiuti (oltre il 94%) e alla convinzione che non sia utile raccogliere i rifiuti in maniera differenziata (quasi il 90%).
Le amministrazioni comunali tendono sempre più ad investire nelle politiche di prevenzione, riduzione e riciclo dei rifiuti urbani e nelle iniziative per favorirne il corretto conferimento. Nei Capoluoghi di provincia, le più diffuse riguardano l’attuazione di buone pratiche in uffici e scuole (60% delle amministrazioni). Nel 2016 sono state molto diffuse le politiche di corretto conferimento dei rifiuti: 32 comuni capoluogo hanno superato l’obiettivo del 65%. Mentre sono 28 i Comuni capoluogo che hanno applicato le politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti. I migliori risultati sono stati raggiunti dai Comuni di Parma, Ferrara e Rimini; tra l Città metropolitane Torino, Genova, Venezia e Bari.
Abbastanza rilevante anche la pratica dei mercatini dell’usato e centri di scambio per il riuso, diffusa nel 41% dei comuni capoluogo, soprattutto nel centro-nord (Torino, Genova e Bologna ai primi posti) e nel 24% dei comuni nel Mezzogiorno (tra cui Bari e Catania).
Considerando infine la gestione della raccolta differenziata all’interno delle strutture delle amministrazioni dei comuni capoluoghi, il 98% ha raccolto in modo differenziato carta e toner , il 96% la plastica e il 93% il vetro. Per la loro “sostenibilità”, si distinguono in particolare Reggio Calabria, Monza, Perugia, Trento e Forlì.