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Più espulsioni e avanti con i Cpr. Le ricette di Salvini in attesa del decreto sicurezza

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Una stretta sulle domande d’asilo e un incremento delle espulsioni anche con un aumento dei posti dei Cpr, i Centri per il rimpatrio. Sono alcuni dei punti illustrati dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nell’audizione alle commissioni riunite Affari costituzionali di Camera e Senato alle quali ha parlato anche di Libia e di mafie illustrando le proprie linee programmatiche e rinviando al Decreto sicurezza in preparazione per i dettagli.

AUMENTANO I POSTI NEI CPR

Attualmente i Centri permanenti per il rimpatrio, introdotti dal decreto Minniti sull’immigrazione, sono sei perché la maggior parte delle regioni non li ha voluti. Funzionano a Torino, Roma, Bari, Brindisi, Palazzo San Gervasio (Potenza) e Caltanissetta per un totale di 880 posti: Salvini ha annunciato che entro quest’anno ne saranno creati altri 400 nell’ex carcere di Macomer in Sardegna, a Modena e con la riconversione dei centri di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) e Milano mentre nel 2019 “altri siti saranno aperti nelle regioni che ne sono prive”. Questo è e sarà un punto centrale: in queste dichiarazioni, in attesa del Decreto sicurezza cui al Viminale stanno lavorando, non ci sono riferimenti ai Cie (Centri per l’identificazione ed espulsione) nei quali, in base al contratto di governo firmato da Lega e M5S, dovrebbero essere rinchiusi gli immigrati irregolari. Al momento, dunque, si continua con i Cpr (molto più piccoli) e si annuncia una difficile opera di persuasione nei confronti delle regioni che non li hanno.

STRETTA SU ASILO ED ESPULSIONI

Al ministero dell’Interno stanno studiando soluzioni per ampliare il numero dei reati che permettono il trasferimento degli irregolari nei Centri per l’espulsione mentre in un tweet Salvini ha anticipato che nel Decreto sicurezza sarà contenuta una norma per bloccare la domanda d’asilo di chi commette reati perché, ha scritto, “oggi la legge, eccetto che in alcuni casi, consente a delinquenti stranieri di continuare a chiedere e ricevere protezione a spese degli italiani”. Sempre nell’ottica di razionalizzare e di risparmiare, dinanzi alle Commissioni il ministro ha annunciato “un fitto programma di ispezioni” nei centri di accoglienza per evitare abusi e distrazione di fondi pubblici. C’è comunque l’intenzione di riformare il sistema di accoglienza.

LIBIA, SBARCHI E TERRORISMO

Il governo è cosciente della situazione libica anche sul fronte dei diritti umani. Salvini ha insistito sulla necessità di aiutare la Libia ad avvicinarsi ai canoni europei su questo fronte perché “ci sono tantissimi margini di miglioramento” e non è il caso di “metterli nell’angolo perché inadempienti”. Il ministro ha rivendicato il consolidamento del calo degli sbarchi dal 1° giugno, giorno dell’insediamento del governo Conte: da allora sono sbarcate 4.777 persone contro le 38.220 del 2017, pari a un calo dell’86 per cento. Ciò nonostante, “permangono forti elementi di preoccupazione” e sul fronte diplomatico ha ribadito la necessità della modifica del Regolamento di Dublino e il concetto che le frontiere italiane debbano essere considerate frontiere europee. Sul fronte del terrorismo, l’Italia resta a rischio anche per l’impegno in diverse missioni internazionali e si presta particolare attenzione all’eventualità di infiltrazioni tra i migranti. Perciò saranno ulteriormente approfondite le verifiche “dei soggetti in transito presso le zone di sbarco più sensibili” anche con la collaborazione di Europol e di Frontex negli hotspot senza dimenticare lo scambio di informazioni all’interno del Casa (il Comitato di analisi strategica antiterrorismo).

LE MAFIE

Il ministro dell’Interno ha confermato “un impegno straordinario” per la cattura del boss Matteo Messina Denaro cercando di isolarlo da quelle relazioni, anche imprenditoriali, che lo aiutano nella latitanza. Nella più generale lotta alle mafie, Salvini dà priorità all’accumulazione delle ricchezze illecite che vanno restituite alla collettività riducendo la burocrazia. La ‘ndrangheta resta comunque l’organizzazione più pericolosa. Nei primi sei mesi dell’anno le forze di polizia hanno compiuto 91 operazioni contro la criminalità organizzata arrestando 1.044 soggetti.

LE OCCUPAZIONI ABUSIVE

Da anni una delle emergenze urbane è l’occupazione abusiva di stabili e su questo Salvini ha annunciato incontri con i sindaci e con le categorie interessate per provare a risolvere il problema. Ha inoltre confermato l’aumento degli organici dei Vigili del Fuoco con un decreto ministeriale in arrivo nel quale definire i criteri per le graduatorie degli stabilizzandi. Nel quinquennio 2018-2022 si tratta di 1.600 unità.



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