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Il gioco di sponda di Di Maio sull’Ilva. Ora il successo (anche politico) su Taranto è vicino

ilva, investitori

Luigi Di Maio gioca di sponda sull’Ilva. Trovando almeno per il momento l’attuazione pratica del suo pensiero. Questa mattina il ministro dello Sviluppo Economico, dal Senato dove ha tenuto un’audizione sulle tlc, ha annunciato per il prossimo lunedì l’illustrazione da parte di Mittal del piano industriale per Taranto, contenente quella proposta migliorativa inserita in extremis dal gruppo due giorni fa.

Dunque, se non ci saranno ribaltoni dell’ultima ora, lunedì Arcelor Mittal presenterà al ministro e ai sindacati un piano migliore di quello su cui fin qui si è discusso. Per Di Maio si tratta di una mezza vittoria dal momento che, come raccontato nei giorni scorsi da Formiche.net, il capo del Movimento Cinque Stelle non ha mai avuto l’intenzione di annullare la gara e ricominciare tutto d’accapo. Ma nemmeno quella di avallare in tutto e per tutto le scelte industriali del suo predecessore, Carlo Calenda. In questo modo Di Maio ha l’occasione per portare a casa un duplice risultato.

Da una parte la rottura con la precedente gestione, che nella logica del Movimento aveva dato a Mittal carta bianca su Taranto. Dall’altra il fatto di aver sfilato al gruppo franco-indiano condizioni migliori per l’acquisto dello stabilimento. In mezzo, il chiarimento d’obbligo che sì, qualora la legge lo imponesse, rilievi dell’Anac alla mano, bisognerebbe annullare la gara.

Tra le concessioni strappate a Mittal c’è comunque la possibilità di anticipare dal 2023 al 2020 il termine per l’attuazione del piano ambientale, accelerando quindi ulteriormente anche i lavori di copertura dei parchi minerari e, sul fronte dell’occupazione, l’ipotesi di prevedere 10.500 posti, anziché 10 mila, 500 esodi incentivati, mentre per i restanti 3 mila che restano in carico all’amministrazione straordinaria per i lavori di bonifica e per beneficiare della cassa integrazione, si parla della possibilità che vengano presi in carico da Arcelor al termine del piano, ovvero nel 2023. Ma, come detto, bisogna aspettare lunedì.



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