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Italia è all’avanguardia nel riciclo della plastica. Ecco i numeri da primato

Di Antonello Ciotti
Plastica Corepla

Il riciclo della plastica favorisce la creazione di reti e opportunità anche del sapere scientifico, dei territori e delle imprese per valorizzare proprietà ed energia di un materiale intelligente. Si tratta di una storia italiana di cui fanno parte 2.600 aziende, 33 centri di selezione, 73 impianti di riciclo, 35 preparatori e utilizzatori di combustibile da rifiuto e, soprattutto, cittadini che differenziano e amministrazioni comunali che organizzano un servizio di qualità. Negli ultimi anni, la raccolta differenziata è cresciuta molto. Nel 2017 sono state raccolte in modo differenziato oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti (+11,7% rispetto al 2016), risultati importanti sia per il comparto sia per i circa 7mila Comuni che hanno avviato il servizio di raccolta.

I risultati sono da attribuirsi soprattutto a due fattori: un incremento significativo della raccolta in zone storicamente difficili come il Mezzogiorno e l’ulteriore aumento anche tra “i primi della classe” (ad esempio, l’Emilia Romagna passa da 18 a 22 chilogrammi per abitanti l’anno). Il dato medio nazionale di raccolta pro capite è passato dunque da 15,8 a 17,7 chilogrammi annui per abitante. Sardegna, Valle d’Aosta e Veneto guidano la classifica. Capillare è il servizio fornito ai Comuni: ne sono serviti circa 7mila per un coinvolgimento di oltre 56 milioni di cittadini. Nel 2017 sono stati inoltre riconosciuti oltre 310 milioni di euro ai Comuni o ai loro operatori delegati a copertura dei maggiori oneri sostenuti per l’effettuazione dei servizi di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica.

Sono 562mila, invece, le tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica provenienti dalla raccolta differenziata domestica riciclate nel 2017, alle quali vanno ad aggiungersi le 24.780 provenienti dalle piattaforme da superfici private per un totale di 586.786 tonnellate. I quantitativi di imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti provenienti dalle attività commerciali e industriali sono invece pari a 400mila tonnellate, per un riciclo complessivo di circa 986mila tonnellate. Sono stati recuperati anche quegli imballaggi che ancora faticano a trovare sbocchi industriali verso il riciclo meccanico e il mercato delle plastiche riciclate. Circa 324mila tonnellate sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili. L’aumento di imballaggi riciclati e recuperati si è tradotto in un risparmio di oltre 30 milioni di metri cubi di discarica. Ma il riciclo degli imballaggi in plastica ha dato un importante contributo anche al bilancio energetico del Paese: nel 2017, sono stati infatti risparmiati oltre 8 mila GWh.

Il riciclo della plastica cresce anno dopo anno creando valore e benefici netti per il Paese: 250 milioni di euro di salari pagati, 5.806 addetti, un risparmio di 417 milioni di euro di consumi energetici, l’equivalente di 2 milioni di euro di emissioni evitate, 78 milioni di euro di petrolio risparmiato, 962 milioni di euro di giro d’affari (fonte: ricerca Althesys per Corepla 2018).

L’Italia è all’avanguardia in Europa nel know how: ricicliamo infatti imballaggi che in altri Paesi non vengono nemmeno raccolti. I nuovi target di riciclo Ue per gli imballaggi plastici al 50% entro il 2025 e al 55% entro il 2030 sono particolarmente sfidanti e richiedono il coinvolgimento di tutti gli stakeholder supportati da investimenti in innovazione per superare nuove frontiere nel comparto del riciclo plastica. La sfida, quindi, è diventare sempre più catalizzatori nella ricerca e nello sviluppo di nuove applicazioni nel campo del riciclo. Sono convinto che l’economia circolare diventi realtà non per decreto, ma quando aziende, cittadini e amministrazioni pubbliche faranno sistema. Il nostro obiettivo, entro il 2020, è la riduzione del 40% degli imballaggi in plastica oggi non avviati a riciclo e l’adozione di nuove applicazioni.

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