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Per la prima volta in Italia ci si può laureare in 007. Leggere per credere

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Per difendere la nazione dalle minacce ibride e multiformi del nuovo millennio, cyber ma non solo, diffondere la cultura dell’intelligence non basta: serve anche formare professionalità che, in svariati campi e con diverse declinazioni contribuiscano, con solide competenze, alla sicurezza nazionale. Presentato ieri nella sala stampa dell’Aula Magna “Beniamino Andreatta” dell’Università della Calabria, il corso di Laurea magistrale in Intelligence e analisi del rischio rappresenta il primo percorso formativo italiano di questo genere.

COMPETENZE TRASVERSALI

Nato dall’esperienza del master in intelligence dell’Unical diretto da Mario Caligiuri e dalla collaborazione di tre Dipartimenti differenti, il corso di laurea, ha spiegato il direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, Roberto Guarasci, non intende creare professionisti esperti ma chiusi nel loro ambito, ma sviluppare “competenze diverse che integrano i saperi umanistici con quelli scientifici per rispondere alla complessità di questo tempo”.

UNO STUDIO UTILE

Dalla riforma dell’intelligence italiana avvenuta nel 2007 con la Legge 124, il mondo dei servizi segreti italiani ha dato il via ad una costante opera di apertura verso l’esterno, frutto di mutati modi di comunicare ma anche di una necessità imposta da nuovi equilibri mondiali e dalla sempre maggiore pervasività della tecnologia. Una constatazione che ha portato anche a inedite modalità di reclutamento e al bisogno di nuove figure. Il corso di laurea dell’Unical arriva nel mezzo di questo cambiamento ed è stato mosso, ha sottolineato il rettore dell’ateneo Gino Mirocle Crisci, dal “convincimento dell’utilità dello studio dell’intelligence nelle università italiane poiché riguarda la conoscenza che è prerogativa delle Università. Parlare di intelligence significa offrire ai nostri studenti una maggiore consapevolezza di quelli che saranno gli eventi futuri e quindi aumentare le opportunità”.

COMPETENZE RICHIESTE

Una delle richieste in maggiore espansione, con evidenti ripercussioni sul mercato del lavoro, è infatti quello di analisti che possano focalizzarsi su materie come l’intelligence economica, sempre più strategica per gli Stati. Basti pensare che un Paese come la Francia ha istituito, già nel “lontano” 1997, una École de Guerre Économique (Ege) dedicata esclusivamente a questo tema. E che altre nazioni, Cina ma non solo, sono sovente accusate negli Usa e in Europa di utilizzare attacchi hacker con l’obiettivo di sottrarre informazioni sul business e know how pregiato, riducendo così un gap competitivo costato alle aziende colpite anni di investimenti, economici e umani, in ricerca e sviluppo.

L’ANALISI DEL RISCHIO

Tra le materie di studio, si è detto durante la presentazione, sarà rilevante inoltre l’approfondimento di come analizzare il rischio utilizzare tecniche che consentano di prendere decisioni in condizioni di grande pericolo e in un ambito di sistemi complessi. In particolare, ci si concentrerà su come sviluppare la capacità di prevedere queste situazioni, un aspetto fondamentale per prevenire piuttosto che curare quando magari è peraltro troppo tardi.

UN LUNGO PERCORSO

Il percorso formativo appena presentato costituisce però solo una parte, seppur consistente, delle iniziative dedicate all’intelligence che, nel corso degli anni, hanno visto la Calabria muoversi con anticipo rispetto ad altre parti d’Italia. Tra queste si possono annoverare un innovativo progetto sull’educazione all’intelligence che il Liceo Classico “Campanella” di Reggio Calabria, guidato dalla dirigente Maria Rosaria Rao, sta svolgendo con l’Ateneo di Arcavacata, ma anche il Master in Intelligence dell’Unical diretto da Mario Caligiuri. Quest’ultimo, chiudendo la giornata, ha ricordato a tal proposito come questo primo corso di laurea in Italia sia “il frutto di un percorso scientifico e culturale iniziato circa venti anni fa e che ha visto il coinvolgimento di intellettuali, studiosi e uomini dello Stato di grande rilievo”. La nuova iniziativa, ha spiegato, intende essere “un laboratorio di sperimentazione che intende aprire una riflessione sui saperi del XXI secolo, rappresentando un punto di incontro tra discipline scientifiche e umanistiche. L’intelligence è il tempo del futuro e consente l’interpretazione del presente, essendo uno strumento indispensabile per cittadini, imprese e Stati per comprendere la realtà offuscata dalla disinformazione”. ​


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