Sì, Leonardo giocherà la partita tra Fincantieri e Naval Group. Altro che panchina. Alessandro Profumo, ceo della holding dell’aerospazio, non ci sta ad accettare la prospettiva di rimanere ai margini dei giochi per l’alleanza militare tra Fincantieri e Naval Group, costola dell’accordo per il settore civile siglato lo scorso autunno tra il gruppo triestino ed Stx.
E così, arrivando alla presentazione dell’accordo tra Luiss e Snam per la formazione dei manager (qui l’articolo con tutti i dettagli), Profumo ha messo i puntini sulle i, ribadendo il ruolo di Leonardo nella partita italo-francese: i sistemi di difesa e combattimento installati sulle navi realizzate da Naval e Fincantieri oltre che francese, parleranno anche italiano.
D’altronde sono mesi che Piazza Montegrappa auspica il pieno e totale riconoscimento del suo ruolo nello scacchiere militare Fincantieri-Naval (qui l’approfondimento di Formiche.net) attraverso la partecipata Orizzonte, di cui Leonardo detiene una quota del 49% mentre il restante 51% è in mano al gruppo guidato da Giuseppe Bono. Missione non semplice se si considera che la controparte francese, Thales ha un peso specifico diverso nell’operazione, essendo azionista forte di Naval con una quota del 35%.
Ma Profumo ha messo in chiaro le cose, incontrando i cronisti che lo attendevano all’evento Luiss. “Noi facciamo una cosa diversa dal fare navi e crediamo che quando faranno l’accordo noi faremo la nostra parte del lavoro e Thales un’altra”. Questo è “lo stato di fatto, noi facciamo i sistemi di combattimento e radar, facciamo un mestiere e lo facciamo bene, credo che questa sia una filiera nazionale in cui svolgiamo e svolgeremo un lavoro importante”. La risposta del numero uno di Leonardo trova origine in alcune indiscrezioni di stampa che vorrebbero il team di tecnici incaricato di studiare la fattibilità dell’accordo, prossimo ad escludere Leonardo.
Lo schema di alleanza è stato presentato ai due governi nei giorni scorsi e secondo le ultime indiscrezioni di stampa, in attesa della pronuncia, sarebbe stata sbarrata la strada alla volontà di Leonardo di inserirsi per tutelare gli interessi del gruppo aerospaziale nelle capacità sistemiche e nei sistemi di combattimento per le future navi militari prodotte da Fincantieri e Naval Group. In altre parole, nello schema elaborato dagli ad dei due gruppi, Bono e Hervè Guilloum, non sarebbero citati né Orizzonte né Leonardo.
Bisogna poi tenere presente un altro aspetto, oltre al fatto oggettivo che l’ex Finmeccanica rappresenta un’eccellenza a tutti gli effetti nel panorama globale della difesa. E cioè che Naval Group possiede capacità sistemistiche e nei sistemi di combattimento che Fincantieri non ha, ma compra da Leonardo. Pertanto, se l’ex Finmeccanica non fosse coinvolta nell’alleanza, il rischio sarebbe quello di vedere l’industria francese erodere quote di mercato finora presidiate da Leonardo. Un rischio ben calcolato dal numero uno di Leonardo, che proprio per questo combatterà fino all’ultimo per ricevere un trattamento paritetico a quello di Thales.