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Il caso di Luca Giangregorio, lo studente Bocconi che evoca una p38 contro Renzi e Bentivogli

renzi

Un profilo – e soprattutto i suoi tweet – scomparso dalla rete. È quello di Luca Giangregorio. Su Twitter si presenta come studente della Bocconi, membro dell’associazione Rethinking Economics e “gufo di impostazione marxista-keunesiana”. Perché tanta attenzione su questo giovane? Semplice. È emerso come limpido esempio di una incredibile – davvero: incredibile! – violenza verbale, sperando che si fermi allo stadio di leone da tastiera.

Riavvolgiamo il nastro. Escono le notizie sullo stato di salute di Sergio Marchionne e insieme ai messaggi di stima ed apprezzamento non mancano gli sciacalli che lo attaccano con insulti i più vari ed umilianti per chi li scrive. Ad un certo punto, commentando un cinguettio di Matteo Renzi, appare Luca Giangregorio (@LucaGiangre) che all’ex segretario del Pd scrive: “E quando dal “principale partito della sinistra” si muovono lodi verso un perfetto esempio di capitalista, è giusto rispolverare la ghigliottina, o la p38″. Ad un altro simpatico utente che, dietro anonimato, scrive a caratteri maiuscoli “è ora, è ora”, il giovanotto tronfio dei suoi studi (presunti) alla Bocconi replica con maggiore chiarezza: “A sto punto accoppare @matteorenzi è un dovere civico e morale”. Bene p38 e morale: un bel connubio.

Ma, poi, perché fermarsi all’esponente dem? Al giornalista del Corriere della Sera, Dario Di Vico, Giangregorio aggiunge un bersaglio alla lista. “Magari @BentivogliMarco ce rimanesse secco pure lui”. In effetti, sul suo profilo c’è scritto che si muove fra Roma e Milano e le origini romane si trovano nella simpatica scrittura quando rivolge il pensiero affettuoso al segretario della Fim Cisl. Ovviamente queste parole di odio non sono passate inosservate e da Carlo Alberto Carnevale Maffè arriva la prima denuncia seguito da Riccardo Puglisi ed altri utenti fra i quali il deputato Pd Luigi Marattin che chiede all’associazione “Rethinking Economics” se non ritenga di dissociarsi dal membro autore di questi messaggi inquietanti.

Fatto sta che il minaccioso Luca Giangregorio ha cancellato tutti i suoi tweet che però sono rimasti nella memoria degli increduli lettori. E speriamo anche nei server della Polizia Postale e della magistratura. È evidente che in casi come questi la via giudiziaria non è risolutiva (ammesso che si attivi). Occorre una più grande presa di coscienza. La violenza e lo sciacallaggio sulla rete e nei social network meritano una risposta più forte. Chi inneggia alla p38 non può trovare una vetrina pubblica così, indisturbato. Punto.


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