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Movimento biodegradabile? Il pensiero di Fico spiegato da Roberto Fico

C’è chi aveva sostenuto che la nomina di Roberto Fico a presidente della Camera fosse un modo per imbavagliarlo, data la carica istituzionale super partes che andava a rivestire, ma non si può certo dire che non faccia sentire la sua voce, anche senza gridare. Dunque, alla tradizionale cerimonia del ventaglio che si è tenuta oggi alla Camera, il presidente Roberto Fico ha pronunciato un discorso istituzionale, sì, ma entrando nel merito anche di questioni interne al Movimento. “Per me il M5s deve essere un progetto a termine: noi siamo nati con una missione che era quella di cambiare le istituzioni e far ricongiungere stato e cittadini. Una volta assolta questa funzione, il M5s avrà compiuto la sua strada”.

Durante la tradizionale cerimonia, in cui l’Associazione stampa parlamentare consegna al Presidente della Repubblica (in viaggio in Azerbaijan in questi giorni) e ai presidenti di Camera e Senato un ventaglio in vista della chiusura dei lavori parlamentari per la pausa estiva, il presidente Fico ha toccato tutti i temi caldi che il governo si trova ad affrontare, così come i suoi obiettivi di presidente della Camera, per poi spostarsi su alcuni dei temi cari al Movimento 5 Stelle di cui da sempre si è fatto portatore, anche nella passata legislatura.

Il Movimento, dunque, è per Fico un “progetto a termine”. “Se tra 35/40 anni si parlerà ancora di M5S – ha sottolineato -, vorrà dire che il M5s della prima ora sarà morto. Per forza di cose dovrà essere di un’altra natura. Il nostro è un progetto culturale più che politico e istituzionale”. Impostazione istituzionale, dunque, ma senza dimenticare le origini. Le parole di Fico, infatti, ricordano quelle di Beppe Grillo, quando ancora non era nato il governo gialloverde e le contrattazioni con la Lega erano in corso. “Il Movimento è biodegradabile – scriveva Grillo -, tale deve restare e tale sarà il mio impegno in quanto garante”. Era un post critico, quello di Grillo, verso quello che sarebbe diventato poi l’alleato di governo del suo Movimento, ma che ne sanciva anche la natura “biodegradabile”, ossia a termine, così come ribadito oggi dal presidente della Camera, notoriamente vicino al fondatore del Movimento.

Tra i temi toccati dal presidente della Camera, che ci ha tenuto a sottolineare la bontà del provvedimento che, negli scorsi giorni, ha ricalcolato i vitalizi degli ex parlamentari, anche altri baluardi storici del Movimento, come l’introduzione del vincolo di mandato per i parlamentari. L’introduzione del vincolo era stata votata due volte dalla base del Movimento: su Lex Iscritti, su proposta di Oreste Mori, pensionato di 77 anni, che ne aveva ipotizzato l’inclusione in Costituzione attraverso la modifica dell’articolo 67; e una seconda volta, durante le consultazioni sul programma di governo del Movimento, nella parte relativa alla sezione “affari costituzionali”. In questa sezione, era stato previsto di introdurre il vincolo di mandato in Costituzione (anche se ora non si trova tale misura nel programma scaricabile online). Il presidente Fico, parlando di trasformismo, si è allora allineato alla nuova impostazione – più istituzionale – spiegando che “i cambi di casacca, nella scorsa legislatura, sono stati un problema. Possiamo prendere alcuni spunti dalla riforma dei regolamenti del Senato e portarli qui. Al di là del vincolo di mandato – ha quindi specificato -, per me non si deve lavorare sul vincolo di mandato ma si può lavorare sui cambi di casacca”.

La presidenza della Camera “è un’avventura meravigliosa, mi piace presiedere l’Aula”, ha confidato Fico ai giornalisti presenti, vincolando il suo mandato a un altro tema storico del Movimento: l’acqua pubblica. “Lego la mia presidenza all’approvazione di una legge definitiva, seria e sostanziale sull’acqua pubblica, fuori da ogni tipo di logica, di società per azioni, sia pubblica, sia privata”. “È fondamentale – ha aggiunto Fico -, è molto importante, comprendere che il concetto culturale che deve passare è che sui beni comuni non si può fare profitto, non ci può essere nessuna società privata esterna che possa fare profitto su ciò che è di tutti”.

Insomma, chi pensava che il ruolo di presidente della Camera avrebbe messo a tacere l’anima movimentista di Roberto Fico dovrà ricredersi.



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