Mentre Matteo Salvini ancora discute della legittimità della invasione russa in Crimea e della presenza militare in Ucraina dell’Est, c’è una partita geopolitica ed economica ancora in corso che vede protagonista Mosca e che lo stesso presidente Usa, Donald Trump, ha ricordato con forza durante il summit Nato di Bruxelles. L’interesse strategico del Cremlino è quello di realizzare un gasdotto che ne rafforzi la posizione dominante in Europa, grazie soprattutto alla convergenza di interessi della Germania.
Lo scopo del gasdotto Nord Stream 2 è di colpire non solo l’Ucraina, ma anche altri paesi membri dell’Unione europea e della Nato. A ribadire il concetto è stato il presidente ucraino Petro Poroshenko sul proprio profilo Facebook. “Quello del Nord Stream 2 non è un progetto economico, ma ha un impatto assolutamente politico. L’obiettivo è quello di colpire l’Ucraina e molti altri paesi membri dell’Ue e della Nato”, ha scritto il capo dello Stato, ricordando come la posizione di Kiev non sia isolata all’interno del panorama europeo. Come ricordato in una accurata ricostruzione dell’agenzia stampa Nova, ci sono solo quattro paesi che non hanno la nostra stessa posizione. Questi quattro paesi sono interessati alla costruzione del Nord Stream 2, perché ne trarranno dei vantaggi. Si tratta di Germania, Austria, Paesi Bassi e Belgio”, ha spiegato il viceministro degli Esteri ucraino, Olena Zerkal, rilevando come la costruzione del gasdotto non costituisca un elemento di vantaggio per altre nazioni. “Tutti gli altri paesi comprendono che la costruzione del gasdotto vada nei fatti a modificare il mercato del gas nell’Unione europea, dando la possibilità alla Germania di assumere una posizione di dominio”, ha affermato il viceministro degli Esteri ucraino.
La Russia per parte sua spera di ricevere dalla Danimarca i permessi per la costruzione del gasdotto Nord Stream 2 entro la fine dell’anno, come ha dichiarato nei giorni scorsi il ministro dell’Energia russo Aleksander Novak. “Ci aspettiamo che i nostri partner ci forniscano i permessi di costruzione nella seconda metà del 2018”, ha spiegato Novak ai giornalisti. Se completato, il gasdotto Nord Stream 2 fornirà circa 55 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno dalla Russia alla Germania passando sotto il Mar Baltico, aggirando i paesi di Visegrad (Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ungheria-V4), gli Stati baltici e l’Ucraina, che dunque contestano il progetto. Attualmente sono attesi i permessi concessi alla costruzione dell’infrastruttura da parte dei paesi interessati al transito, fra cui quelli della Scandinavia. Uno scenario che il sottosegretario Guglielmo Picchi potrà tenere in considerazione quando presiederà la prossima riunione dell’Osce.