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Il Pd sceglie Martina, ma tutto il resto è caos

L’esito finale è quello solito, ma in parte annunciato: una bella unanimità di facciata. L’assemblea nazionale del Partito democratico ha eletto, con soli sette voti contrari, Maurizio Martina nuovo segretario; ma il paradosso è che l’elezione del nuovo leader coincide anche con l’inizio dell’iter congressuale straordinario.

La decisione comune sul nome del nuovo segretario non può comunque cancellare le enormi divisioni interne che rimangano ben visibili. Il Pd rimane un partito che contiene visioni diverse del paese e delle soluzioni necessarie per risolverne i problemi; così come rimane alternativa la visione del partito stesso.

IL DISCORSO DI RENZI: LA ROTTURA CON GENTILONI

Ad accendere le polveri dell’assemblea è stato Matteo Renzi. L’ormai ex segretario mantiene le proprie posizioni, discutendo anche animatamente con una parte dei delegati. Renzi – finalmente (!) – ha anche analizzando la sconfitta, facendo un elenco dei motivi per i quali il Pd secondo lui ha perso le elezioni politiche. Un elenco che ha fatto molto discutere e dal quale è stato facile intravedere una serie di “colpevoli” della sconfitta secondo il Renzi-pensierio. Oltre alla stampa “cosiddetta amica” che secondo l’ex sindaco di Firenze “ha attaccato il Matteo sbagliato”, Renzi ha tirato due stoccate a due esponenti democratici di primo piano. Il primo è Luigi Zanda, capogruppo del Pd in Senato la scorsa legislatura, reo di aver in qualche modo impedito l’approvazione della legge Richetti sul taglio dei vitalizi.

Il secondo, secondo molti osservatori e delegati, è l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni; anche in questo caso le parole di Renzi sono state abbastanza esplicite, facendo riferimento ad una mancanza di leadership (“abbiamo giocato con il falso nuevo”) del premier uscente, e definendo “sobriamente algida” la campagna elettorale dei democratici. Renzi accusa esplicitamente il governo Gentiloni una strategia titubante sullo ius soli, su cui l’esecutivo, non ha avuto il coraggio di insistere, pur continuando a parlare del tema. Una rottura quella tra Renzi e Gentiloni che solo ora diventa manifesta, ma che nei fatti esiste – seppur sottotraccia – già da alcuni mesi. Una relazione quella dell’ex segretario che secondo molti testimoni Gentiloni non ha per nulla apprezzato, andando via scuro in volto subito dopo il discorso di Martina. “Gentiloni è da tempo che fa il pungiball senza mai reagire – osserva un parlamentare democratico – se avesse perso la pazienza non mi sentirei di rimproverarlo”.

Ovviamente i renziani provano a gettare acqua sul fuoco, precisando che l’ex segretario non voleva accusare nessuno, tanto è vero che lo stesso Renzi nel suo discorso ha premesso “di assumersi tutte le responsabilità”.

ZINGARETTI SCENDE IN CAMPO

Nel giorno dell’elezione a segretario di Maurizio Martina, paradossalmente, una parte del Pd sembra ormai pronta a schierarsi compattamente con Nicola Zingaretti al congresso da tenersi – teoricamente – entro le elezioni europee. A margine dell’Assemblea Nazioale il presidente della regione Lazio non solo ha ribadito la sua intenzione di candidarsi alle elezioni primarie per la scelta del prossimo segretario, ma ha anche riservato una stilettata a Renzi: “Quello che più mi ha colpito dell’intervento di Matteo è che non si predispone mai all’ascolto delle ragioni degli altri, e questo per un leader è un grandissimo limite”.

Alla fine dell’assise democratica i delegati sono divisi. L’impressione di alcuni è che oggi il Pd si sia in qualche modo scongelato, trovando un punto di equilibrio che finalmente gli permetterà di fare opposizione in maniera più costruttiva. Un’opposizione che secondo alcuni potrà essere “a più punte”, come quella del M5S che contava su tre centravanti “Di Battista, Fico e Di Maio”. Altri, più pessimisti, invece ritengono che il Pd con questa “tregua” scegliendo di rimandare il congresso si sia in qualche modo “ibernato”, preferendo il galleggiamento ad un forte posizionamento politico, chiaro, preciso e riconoscibile.

Intanto, nel corso della settimana, forse già martedì, dovrebbe vedere la luce la nuova segreteria che dovrebbe vedere al suo interno Teresa Bellanova nel ruolo di vicesegretario di Martina. Ancora una volta, comunque, i nodi da sciogliere non sono stati affrontati.



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