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Ecco perché ho proposto l’istituzione di un ministero del Made in Italy. Parla Benedetta Fiorini (Forza Italia)

L’Italia e il suo tessuto produttivo hanno bisogno dell’istituzione di un ministero che si occupi esclusivamente della salvaguardia, dello sviluppo e del commercio dei prodotti a marchio italiano. Benedetta Fiorini, uno dei volti nuovi di Forza Italia neo eletta alla Camera e Segretario della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo, ha presentato mentre era in attesa che si capissero le sorti del governo, la sua prima proposta di legge. Prima nel collegio uninominale 10 per la Camera a Sassuolo, da sempre un feudo della sinistra, è riuscita a mettere in fila alle sue spalle Michele Dell’Orco (deputato uscente del M5S ed attualmente nominato Sottosegretario ai Trasporti Pubblici) e il ministro del Pd, Claudio De Vincenti, che non è riuscito a fare breccia nel territorio modenese. Nata a Reggio Emilia, sposata e mamma di una bimba di 1 anno, laureata in Scienze della comunicazione all’Università di Modena e Reggio, dal 2012 ha lavorato presso l’ufficio stampa e comunicazione nei gabinetti dei ministri dell’Interno prima e della Giustizia poi. A Formiche.net racconta i dettagli della proposta.

Partiamo dalle conclusioni: perché la proposta di un ministero del Made in Italy?

Perché è il territorio che ci chiede di dare delle risposte in tempi brevi. L’Italia e il suo tessuto produttivo hanno bisogno dell’istituzione di un ministero che si occupi esclusivamente della salvaguardia, dello sviluppo e del commercio dei prodotti a marchio italiano. Il nostro Paese vanta eccellenze in settori strategici per il commercio nazionale e internazionale, le cosiddette “4A” ma non solo, abbigliamento, agroalimentare, arredamento e automobili, che rendono l’Italia nota in tutto il mondo. Fino ad oggi però il tessuto produttivo italiano ha pagato il conto di una totale mancanza di un’unica regia nella promozione e nella tutela del Made in Italy. Abbiamo bisogno di concentrare le nostre energie in ciò che sappiamo far meglio.

Ma cosa si intende per Made in Italy?

Non banalizzerò il concetto limitandolo nei confini di un insieme di prodotti dell’industria nazionale per lo più indirizzati all’esportazione. Made in Italy significa qualità, eccellenza, cultura, originalità, stile. Significa incanalare in un processo di rivalutazione la produzione artigianale e industriale italiana in termini di qualità dei materiali, di creatività, di sensibilità al bello, in sostanza l’insieme di quanto ha portato negli anni i prodotti italiani ad eccellere nella competizione a livello commerciale, in Europa e nel Mondo, e ad essere riconoscibili. I motivi di tale successo risiedono nelle tradizioni culturali, storico e artistiche del territorio Italiano. L’Italia vanta un patrimonio estetico e ambientale unico nel suo genere.

Quali le criticità da superare e in che modo?

L’Italia ha vissuto anni di crisi economica in termini di produzione e di esportazioni, con un consistente calo dei fatturati, per questo alcune aziende italiane sono state costrette alla “delocalizzazione” delle produzioni, specie per quelle ad alto contenuto di manodopera, mettendo a rischio la altissime competenze artigianali italiane, così come gli alti standard qualitativi e l’identità stessa del prodotto.

Entriamo nel dettaglio della proposta.

La mia proposta di istituire un ministero del Made in Italy parte da un’analisi fattuale delle criticità economiche e organizzative. Dal 2008 le competenze in materia di promozione del Made in Italy sono passate dal ministero del Commercio internazionale, soppresso, al ministero dello Sviluppo economico: la Cabina di regia per l’internazionalizzazione, costituita nel 2012 fra il ministero dello Sviluppo economico e il dicastero degli Affari esteri, ha avviato solo un generico programma di “promozione all’estero” che ha visto gli interventi di una pluralità di soggetti senza raggiungere i risultati attesi.
In questo senso la proposta della Lega, di far nascere un grande ministero turismo-agricoltura per il «marketing» del Made in Italy non basta, non è sufficiente.

Ci spieghi.

Le nostre aziende, tutte, a prescindere dal settore nel quale intervengono, hanno bisogno di essere tutelate in tutto il processo, dalla produzione all’esportazione. Devono essere accompagnate dalle istituzioni con interventi mirati volti a garantirne l’efficienza e la qualità ma, ripeto, in tempi brevi. Tutto ciò può accadere lavorando in sinergia all’interno di un unico…”contenitore” in un’ottica di ottimizzare e semplificare.
Il governo accolga questa proposta di legge e sia megafono delle tante realtà economiche e produttive italiane che cercano nello Stato un punto di riferimento.

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