Un green bond per Terna. La società guidata da Luigi Ferraris, che lo scorso marzo ha presentato il piano industriale (qui il focus di Formiche.net), ha appena piazzato la sua prima obbligazione green (una normale emissione i cui proventi sono tuttavia vincolati al finanziamento di iniziative a favore della sostenibilità climatica e ambientale), con cui raccogliere dal mercato fino a 750 milioni di euro.
Per farlo, la società delle reti per la trasmissione di energia, è stata affiancata da un pool di istituti di credito composto da Banca Akros, Bank of America Merrill Lynch, Banca Imi, Bnp Paribas, Credit Suisse, Jp Morgan, Natixis e Unicredit che le hanno consentito di collocare un green bond senior non garantito, riservato a investitori istituzionali e qualificati. L’operazione ha suscitato l’interesse del mercato, raccogliendo all’ora di chiusura degli ordini, 4,6 miliardi di euro. E proprio la forte domanda ha spinto a rivedere l’importo della raccolta da 500 a 750 milioni.
Il bond, che ha una scadenza fissata al 23 luglio del 2023, rientra nel programma Emtn del gestore nazionale e quanto raccolto servirà a finanziare alcuni progetti nel campo delle energie rinnovabili. Un tema, quello dell’energia pulita, su cui la società ha incentrato buona parte del suo piano industriale.
Al netto dell’operazione bond, sempre oggi Terna ha incassato un buon giudizio da Morgan Stanley, che ha alzato il target price sul titolo Terna da 4,75 a 4,85 euro confermando la raccomandazione underweight in un report sulle utilities italiane per le quali, alla luce dell’andamento dei titoli di Stato italiani nel corso del 2018, è prevedibile attendersi a partire dal 2019 migliori prospettive per gli utili.
Questo perché i ritorni consentiti, che saranno stabiliti a fine 2018 per il triennio 2019-2021, si basano su una formula prestabilita di costo del capitale che include un premio per il rischio Paese calcolato sulla base dello spread Btp-Bund a 10 anni.