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Non è un free lunch, ma con la Cina l’Italia può crescere ancora

Di Ettore Francesco Sequi
cina

Paese che nel 2017 ha contribuito per più del 30% alla crescita globale, con una classe media che nel 2020 sarà di 230 milioni di persone, con 800 milioni di internauti. Al XIX Congresso del Pcc e alla XIII “doppia sessione” del Parlamento cinese, in marzo, la leadership del presidente Xi Jinping è uscita rafforzata e la sua visione per la Cina molto chiara: primato del partito, benessere dei cittadini e definitiva evoluzione in grande potenza mondiale (economica e politica) ad alto tasso di innovazione tecnologica.

Oggi la Cina non vive un’epoca di cambiamento, ma un cambiamento d’epoca e mira a raggiungere tre obiettivi: entro il 2021, centenario della fondazione del Pcc, raddoppio del Pil e del reddito pro capite del 2010; entro il 2035 realizzazione di una piena e diffusa modernizzazione; entro il 2049, centenario della Rpc, raggiungimento di un sostanziale primato mondiale. È dunque chiaro in quale direzione si muova la Cina e quali siano le opportunità per l’Italia e per le nostre imprese. È il caso, ad esempio, di due importanti disegni strategici di Pechino: Belt and road initiative (Bri), grande iniziativa di connettività euroasiatica, e Made in China 2025, progetto ambizioso di ristrutturazione del sistema industriale cinese, che intende sviluppare nuovi modelli di automazione industriale e di business. Entrambi possono offrire importanti occasioni per costruire partnership reciprocamente vantaggiose tra imprese italiane e cinesi, in Cina e in mercati terzi.

Il valore delle nostre aziende, altamente specializzate e tecnologicamente all’avanguardia, è apprezzatissimo dai cinesi, anche perché sostenuto dalla percezione della nostra storia e cultura, qui importantissima. In un contesto tanto dinamico e competitivo, abbiamo organizzato in modo sempre più efficiente le nostre risorse, rafforzando la collaborazione di istituzioni e imprese italiane. Accanto al forte impulso istituzionale grazie a scambi frequenti di visite nel 2017, abbiamo lavorato fianco a fianco con imprese, consolati, Ice, Camera di commercio, Business forum Italia-Cina e università. Insieme abbiamo realizzato un progetto innovativo, ora best practice della Farnesina: il Retreat di Yanqi Lake, raduno informale di confronto sulle prospettive della collaborazione italo-cinese e sulle sfide di questo mercato, con l’obiettivo di trasformarle in opportunità per il nostro sistema produttivo.

I primi risultati ci sono. NeI 2017 le esportazioni italiane in Cina hanno avuto un exploit: +22% sul 2016, per un valore di oltre 13,5 miliardi di euro. Oggi, nel 40esimo anniversario delle grandi riforme aperturiste di Deng, la Cina vuole rinnovare la sua scommessa sul libero commercio internazionale e su una nuova stagione di globalizzazione. È questo il messaggio del presidente Xi al Boao Forum, la “Davos d’oriente”, in aprile. Dinanzi al rischio di un’incontrollabile sequenza di azioni e reazioni protezionisti- che, il presidente ha annunciato prossime aperture del mercato cinese nei servizi e nei beni di consumo e ha promesso impegno nella tutela della proprietà intellettuale. Dai princìpi occorre passare ai fatti, ma la progressiva apertura di questo mercato e la graduale trasformazione della società cinese, ove aumenta il potere d’acquisto delle classi medie, offrono nuove opportunità in settori in cui la presenza delle aziende italiane può ancora crescere.

Vi sono opportunità interessanti. Ma non è un free lunch. Il mercato cinese è complesso, la competizione internazionale aggressiva, la concorrenza locale sempre più attrezzata. Oggi, tuttavia, abbiamo una visione, la Road to 50, percorso verso il 2020, cinquantenario delle relazioni diplomatiche bilaterali e anno di compimento del XIII Piano quinquennale. Quest’ultimo comprende priorità (sanità, agroindustria, green energy, tecnologie ambientali, qualità della vita), riprese nel programma di governo per i prossimi cinque anni e in cui l’Italia è pronta a rafforzare la collaborazione con la Cina, oggi the place to be.

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