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Il debutto (scarso) di Conte su Facebook. Consigli non richiesti al premier

conte fitch

Professor Conte, così non va. Sia chiaro, lo diciamo con rispetto per il suo indubitabile impegno, per la sua pacatezza (merce rara al giorno d’oggi), per la ricerca di adattare la sua comunicazione al tempo in cui viviamo, cioè il tempo dei social network.

Però il suo esordio su Facebook oggi è stato abbastanza disastroso, segno di una certa confusione metodologica e di una poco approfondita riflessione intorno al suo ruolo di premier del governo giallo-verde. Cominciamo dal metodo, cioè dall’utilizzo dello strumento. Giusta la decisione di “sbarcare” su Fb (ci mancherebbe), anche se appare un po’ stravagante iniziare di sabato mattina a metà agosto.

Però bisogna ricordare che ogni mezzo ha le sue regole, quindi ha poco senso debuttare su un social network con un impianto “visivo” totalmente televisivo (e per giunta con le luci sbagliate, perché quella finestra alle spalle servirà pure a far vedere che è giorno, ma obbliga ad agire sull’ottica in modo molto marcato, finendo per generare un’immagine di cattiva qualità), neanche fosse un video degli anni ‘80.

La dimensione “social” non ama (anzi respinge) tutto ciò che è molto impostato, tutto ciò che è celebrativo, tutto ciò che è elencazione di cose fatte. Ma sopratutto la dimensione Fb richiede un racconto concreto e circoscritto a un tema, un evento, una polemica.

Invece il suo video di oggi è tutto l’opposto, perché è sterminato negli argomenti affrontati (tanti temi uguale nessun tema), compiaciuto del lavoro fatto (e quindi già di per sé più vicino alla propaganda che alla notizia), retorico oltre la soglia di tolleranza. E poi Lei inciampa sul passaggio più delicato: la sostanziale tendenza a celebrare sé stesso ed il suo governo, mentre invece la prima regola del web è parlare degli altri, quelli che sono davanti allo schermo (ormai piccolo, quindi inutile metterci dentro tutta quella roba, tra bandiere, lampade, scrivania e luci soffuse).

Infine c’è un errore di “posizionamento” politico. È chiaro chi sono i capi politici della coalizione, anche perché sono loro, cioè Salvini e Di Maio, che hanno vinto le elezioni. A Lei (con Tria, Moavero e Savona) spetta un compito molto importante, essere i garanti istituzionali e tecnici di tutto quanto viene messo in campo dal governo, con primario riferimento alla dimensione internazionale.

Non è sulle sue spalle, professor Conte, il rapporto con l’opinione pubblica, anche perché di questi tempi è mestiere per guerrieri pronti a tutto, altro che eleganti professori (si guardi i video a torso nudo di Salvini, tanto per fare un esempio). Corregga il tiro professore è ancora in tempo. E tiri le orecchie a chi le dà pessimi consigli in materia di comunicazione.

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