Apertura sul caso del pastore Branson, stabilizzazione dei rapporti con la Casa Bianca dopo la burrasca dei dazi e fiducia nei mercati post crisi della lira turca. Sono questi i tre messaggi che Ankara intende inviare all’esterno dopo la liberazione dei due militari greci detenuti arbitrariamente da cinque mesi.
Il gesto può essere interpretato come il tentativo di riavvicinamento dopo la burrasca finanziaria o come la mossa disperata di chi ha capito di essere in un vicolo cieco.
LIBERI
Angelos Mitretodi e Dimitris Kouklatsis erano stati accusati di spionaggio per aver sconfinato alla frontiera ellinoturca di Evros, causa maltempo. I soldati turchi li avevano fermati e arrestati, mentre sin dalle prime battute del caso il ministro della Difesa di Atene, Panos Kammenos, si era spinto a parlare di un commando turco che li aveva rapiti intenzionalmente per provocare un caso diplomatico.
Fatto sta che la diplomazia europea si era attivata, finanche con una lettera aperta di Lady Pesc, Federica Mogherini, con appelli da tutti i vertici comunitari (Juncker, Tusk, Avramopulos) e con una petizione firmata da tutti gli eurodeputati greci.
Ieri l’arrivo all’aeroporto di Salonicco a bordo di un volo di Stato accompagnati dal vice ministro degli Esteri Georgios Katrougalos e vice della Difesa Konstantinos Floros. Ad accoglierli sulla pista il ministro della Difesa Panos Kammenos e i rispettivi genitori.
IL MOTIVO
Il regime erdoganiano non è più monolitico ma, dopo il crollo della lira turca, potrebbe aver compreso che è “mortale” come gli altri. È una delle chiavi di lettura che sta circolando con insistenza, con a corollario il triplo messaggio che il regime di Ankara si affretta a inviare a Usa e Ue. In primo luogo la questione per così dire gemella del pastore americano Andrew Branson, che non è il solo ad essere ospitato nelle carceri turche, dal momento che vi sono altri cittadini stranieri, come alcuni giornalisti.
Inoltre i due soldati greci sono stati rilasciati in seguito a una decisione di un tribunale turco, che dovrà in seguito stabilire l’eventuale pena: in quel caso, dal momento che hanno già praticamente scontato cinque mesi di prigione, può essere che la pena stessa sarà ridotta a zero. Pertanto, anche il caso del pastore deve essere formalmente risolto attraverso la giustizia turca.
Infine la liberazione è un segno del ritorno della Turchia ad un atteggiamento più logico: infatti i mercati sono altamente sensibili ai movimenti collegati alla politica ed alla società, e Ankara spera di vedersi ridurre le pressioni economiche internazionali sulla lira turca anche grazie ad una normalizzazione dei rapporti con i vicini. Che fino ad oggi sono stati burrascosi, con le continue provocazioni turche a Evros, con gli sconfinamenti dei caccia F16 nei cieli greci, con la sparatoria dei pescatori turchi contro i greci a Leros, con il primo drone turco usato per “osservare” i tempi di reazione ellenici nelle isole contese.
SCENARI
Fonti diplomatiche sottolineano che dietro il rilascio dei due militari greci vi sia stata la forte pressione della Casa Bianca, che avrebbe portato Erdogan a ragionare su un gesto di buona volontà verso la Grecia (come appunto la liberazione dei due militari). Un modo di preparare il terreno anche per la liberazione del pastore americano, nonostante contromosse di natura economica, come gli annunci turchi di voler boicottare Google o gli Iphone.
Inoltre proprio ieri il tribunale Smirne ha respinto la richiesta di Branson di revoca degli arresti domiciliari, per cui ora il caso è trasferito al tribunale supremo, che ovviamente potrà anche cambiare idea.
Tuttavia dal momento che Erdogan è imprevedibile esiste un secondo scenario che avrebbe prodotto la decisione di rilasciare i due soldati greci: ovvero procedere con un atteggiamento di indurimento nei confronti degli Stati Uniti. In questo modo Ankara si sarebbe sbarazzata di un problema relativamente piccolo, come la detenzione di due militari greci, dinanzi a problemi macroscopici come le violazioni del diritto internazionale, l’economia turca che precipita, i mercati internazionali che premono per l’esposizione delle banche turche.
QUI USA
Pollice in su per come si è chiuso il caso anche dal portavoce del Dipartimento di Stato, Heather Naouert, e dall’ambasciatore americano ad Atene Jeoffrey Pyatt che hanno accolto con favore il ritorno a casa dei due militari greci e si sono congratulati, via twitter: “Accogliamo con favore la notizia del ritorno a casa attesissimo per i militari greci. Congratulazioni al popolo greco e al ministero degli esteri della Grecia”. Non una parola sulla decisione turca.
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