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Immigrazione e operazione Sophia, ecco la mossa della Trenta

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Il governo italiano proverà a convincere gli altri Paesi europei a modificare il piano operativo della missione europea Eunavfor Med, Operazione Sophia, nel corso del vertice informale dei ministri della Difesa in programma domani, 30 agosto, a Vienna. Secondo fonti della Difesa, la proposta che sarà presentata dal ministro Elisabetta Trenta si baserà su tre punti: la rotazione dei porti di sbarco; la prevalenza del principio dell’area Sar, quella di ricerca e soccorso; la creazione di un’unità di coordinamento gestita dall’agenzia Frontex. Da tempo l’Italia ha chiesto che le modifiche vengano attuate entro la fine di agosto e finora l’ostilità degli altri Paesi è stata giustificata anche con il fatto che la scadenza della missione è fissata alla fine dell’anno.

L’Operazione Sophia aveva mutuato il principio dell’Italia come unico Paese di sbarco dall’allora missione Triton varata da Frontex che con la nuova missione Themis ha invece fatto venir meno quell’obbligo rimasto invece per Eunavfor Med. Secondo il ministero della Difesa, il principio della rotazione dei porti di sbarco dovrebbe essere logico essendo una missione europea e la prima conseguenza sarebbe che alcuni migranti arriverebbero direttamente in altri Paesi con tutto ciò che ne consegue in termini di accoglienza.

La prevalenza dell’area Sar a prescindere dalla collocazione geografica dell’operazione di salvataggio punta invece a responsabilizzare maggiormente Malta da cui dipende un’area Sar enorme e che, però, spesso non si fa carico dei barconi sostenendo che l’isola di Lampedusa sia più vicina geograficamente. Infine, il ministro Trenta proporrà di istituire un’unità di coordinamento gestita da Frontex, della quale dovrebbe far parte un rappresentante per ciascuno Stato che partecipa a Sophia, e la cui sede potrebbe essere Catania che già ospita una sede di Frontex.

Il ministro Trenta a margine del vertice avrà incontri bilaterali per sollecitare l’adozione delle proposte italiane. Nel frattempo il primo ministro ceco, Andrej Babiš, che ieri aveva detto no alla richiesta di accettare migranti avanzata dal presidente Giuseppe Conte, ha fatto visita proprio al quartier generale di Eunavfor Med a Roma ed è stato ricevuto dal comandante, ammiraglio Enrico Credendino. In poco più di tre anni, cioè dal 22 giugno 2015, l’Operazione Sophia (che ha come obiettivo principale il contrasto ai traffici illegali) ha salvato circa 45mila migranti, neutralizzato 551 imbarcazioni, arrestato 151 scafisti e addestrato 237 unità della guardia costiera libica con l’obiettivo di raggiungere le 500 unità entro fine anno. Alla missione partecipano 26 Stati e in questo momento sono impegnati quattro navi, due elicotteri e quattro aerei.



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