In questi torridi giorni d’estate (e non mi riferisco solo alle condizioni metereologiche…), ho voluto svolgere un piccolissimo esperimento social. In un tweet, ho ribadito con forza il mio personale appoggio a Roberto Burioni, l’immunologo, infaticabile difensore della supremazia della scienza, sulla dilagante ignoranza-web.
Come prevedibile, mi sono arrivati insulti e improperi, accompagnati dalle consuete e stravaganti tesi complottiste, a base di Big Pharma e sciocchezze del genere. Tutto in linea con il periodo, direte voi. Il valore dell’esperimento, però, è contabilizzare chi la pensi come me e soprattutto come Roberto Burioni. Ebbene, la stragrande maggioranza dei commenti è a favore della difesa, senza se e senza ma, dei vaccini e più in generale della medicina, finita incredibilmente sotto attacco all’alba del terzo millennio. Le centinaia di “like” e i tantissimi tweet scritti a sostegno della scienza, contro l’oscurantismo, non cancellano – è appena ovvio – l’ondata irrazionale a cui stiamo assistendo. Ci dicono, però, che esiste un’ampia, amplissima maggioranza spesso silenziosa, che comincia a non volerne più sapere di questa deriva.
Anticipo un’obiezione: sono perfettamente cosciente che i social, per le caratteristiche stesse degli algoritmi che li gestiscono, tendono a indirizzarci soprattutto verso chi la pensa più o meno come noi. È quell’arcinoto effetto ‘giardino di casa’, per cui i sentimenti in rete, a cominciare dai più deleteri, tendono ad autoalimentarsi. Ciò detto, quando un post o un tweet travalica palesemente il confine dei propri follower più affezionati, comincia ad acquistare un valore oggettivo. Ed è il caso di quanto illustrato sopra: sono convinto che in Italia la maggioranza silenziosa esista e si stia stufando di un Paese apparentemente dominato da teorie bislacche, rancorose e soprattutto pericolose.
Non è una questione solo politica, qui non si tratta di essere contro qualcuno, pur senza dimenticare gli sconcertanti cedimenti del Movimento 5 Stelle ad alcune di quelle stesse panzane anti-scientifiche. È in gioco la visione del nostro Paese. Anche solo pensare di far dibattere la casalinga di Voghera (aridatecela, per inciso), di vaccini o dell’Ilva significa rimettere in discussione l’idea stessa di progresso, sia esso scientifico o industriale. È questo che vogliamo? È questo che vuole la maggioranza degli italiani?
Io sono convinto di no, compresa un’ampia fetta di elettorato dei due partiti attualmente al governo. Stante la totale assenza di un riferimento politico, questa massa può e deve farsi sentire, accettando il confronto e lo scontro in rete, territorio lasciato per troppo tempo incustodito e alla mercé dei più esagitati profeti della decrescita e del declino. Felice un corno.
Negli anni ’70, fu la Marcia dei Quarantamila a dare una scossa e soprattutto un volto alla maggioranza silenziosa. Negli anni ’20 del nuovo millennio, toccherà a centinaia di migliaia di donne e uomini appassionati del proprio futuro farsi sentire. Muoviamoci, qui e ora, perché la Storia ha preso ad andare molto, molto veloce.