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Allarme rosso. Travaglio avvisa Salvini. E Mattarella annulla il viaggio in Australia

governo, Conte

Lo spettro della crisi di governo si materializza. Tempo scaduto, dice Marco Travaglio ufficializzando l’ultimatum a Matteo Salvini. La maionese è impazzita. E a Di Maio e Co. non resta altro che staccare la spina, prima che lo faccia Salvini. Il consiglio ben esplicito proviene dal direttore del Fatto Quotidiano che non è solo un autorevole giornalista ma è considerato anche come una sorta di guida o guardiano del Movimento 5 Stelle.

Il ragionamento di Travaglio non fa una piega: “La riuscita e la durata del Salvimaio, che unisce due forze popolari, ma con idee e basi sociali diverse se non opposte, dipendevano dalla fedeltà al contratto. Ma soprattutto dalla capacità di Salvini di uscire dalla sua campagna elettorale permanente. In questi tre mesi, quella condizione non si è verificata. Salvini non ha alcuna intenzione di risolvere i problemi, ma solo di usarli. È sempre in giro a farsi propaganda”.

Per di più distruggendo quanto di buono il governo sta facendo, da Conte a Moavero. Ragione per cui “I 5Stelle non possono passare il loro tempo a fermare la mano dell’alleato e a prenderne le distanze. Né lasciarsi logorare da un partner che non ha alcuna intenzione di governare e ogni giorno, cinicamente, li sputtana”.

“Se stiamo insieme ci sarà un perché” cantava Riccardo Cocciante. Ma scorgerlo nella coppia gialloverde risulta sempre più complicato. E le pensioni d’oro sono solo l’ultimo tassello di una lunga lista che sul piano economico vede fronteggiarsi innanzitutto la flat tax leghista contro il reddito di cittadinanza grillino. Poi ci sono i macrotemi: nazionalizzazione sì (M5s), nazionalizzazione no (Lega), distribuire in Europa i migranti (M5s), chiudere i confini (Lega), no alle grandi opere (M5s), via a Tap, Pedemontane e Terzo valico (Lega).

Anche a Palazzo Chigi è allarme rosso. Repubblica questa mattina racconta di un vertice segreto avvenuto nello studio del premier tra lo stesso Conte e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti. Obiettivo? Giungere ad una svolta e appianare le tensioni tra Lega e M5s che altro non farebbero che screditare il capo dell’esecutivo. Come? Fissata dalla prossima settimana una cabina di regia tra il premier e alcuni ministri che saranno chiamati via via ad esprimersi sui dossier più complicati sul tavolo del governo. Si parte dall’immigrazione.

Ma tenere a bada i due vice premier è una missione assai complicata. E questo vale tanto per l’inarrestabile leader leghista, indaffarato in una perenne campagna elettorale, quanto per quello pentastellato che per tenere testa al collega è alla continua rincorsa ai titoli di giornale.

Il Colle si mantiene distante dalle dinamiche interne alla maggioranza e tiene un profilo diverso da quello più interventista della presidenza Napolitano. Sta di fatto che il viaggio in Australia programmato da Sergio Mattarella per l’inizio di questo autunno è stato rinviato. Guai a fare speculazioni mettendo in relazione questioni estranee alle valutazioni del Capo dello Stato. Allo stesso modo, è anche difficile negare che le turbolenze su Roma non influiscano nelle scelte del Presidente della Repubblica. Meglio restare a Roma. Non si sa mai.

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