Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

A giocare con lo spread ci rimettono le banche italiane. Parola di Bri

npl

Attenti allo spread. Silenzioso ma sempre in agguato, pronto a far pagare caro un suo rialzo. L’allarme non ancora rosso ma quasi, arriva dalla Bri, la banca dei regolamenti internazionali. La quale nel suo rapporto trimestrale descrive con crudezza la situazione sui mercati vista negli scorsi mesi , già peraltro da essa stessa prevista, e le prospettive future. Nel mezzo l’Italia che, per via delle sue “incertezze politiche” dovute all’esordio del governo e all’incognita sulle sue scelte di bilancio, ha già sofferto i colpi più forti dai mercati fra i paesi europei.

L’aumento dello spread, rileva la Bri, acuisce ancora una volta il perverso legame debito pubblico-istituti di credito in grado di alimentare il circolo vizioso visto negli scorsi anni nel picco della crisi. E non a caso le azioni degli istituti di credito italiani sono quelle che hanno perso di più in Borsa seguite da quelle francesi e spagnole, che hanno esposizioni nel nostro paese.

Il capo economista, l’italiano Claudio Borio, si sofferma così sul caso del nostro Paese. L’allargamento dei differenziali di rendimento con il Bund tedesco, “riflette i timori degli investitori sulle incertezze politiche future, specialmente riguardo le possibili politiche di bilancio del nuovo governo”. L’Italia è stata protagonista, ricordano gli analisti dell’istituto di Basilea, di una serie “di episodi idiosincratici di stress del mercato obbligazionario” innescati a metà maggio con la famosa bozza del contratto di governo dove si parlava di cancellare il debito detenuto dalla Bce.

E che l’Italia sia un caso a parte rispetto a un generale movimento dei mercati innescato dalle politiche Usa il rapporto lo sottolinea citando lo spread del titolo a due anni italiano che, in occasione della crisi turca, si è allargato molto più dei titoli degli altri paesi europei. Certo, riconosce la Bri, dopo l’impennata di 200 punti di fine maggio, lo spread, rimane ora sotto i livelli della crisi.

E così la crescita del differenziale ha un effetto negativo sulle banche alcune delle quali ancora in convalescenza (ma anche le sane ne risentono come ad esempio ha fatto notare più volte l’ad di Intesa Sanpaolo Carlo Messina). Sulle banche, sottolinea la Bri, lo spread pesa in maniera diretta a causa dell’indebolimento del loro capitale per via delle perdite sul valore dei Btp in portafoglio e in maniera indiretta a causa di condizioni di finanziamento più difficili che scontano quando cercano capitali sul mercato. Secondo la stessa Bri da maggio, le quotazioni degli istituti europei hanno perso il 20% un livello ben superiore a quelle Usa, innescate “dall’aumento delle incertezze politiche in Italia”. Sulle banche lo spread pesa in maniera diretta a causa dell’indebolimento del capitale per via delle perdite sul valore dei Btp e in maniera indiretta a causa di condizioni di finanziamento più difficili.

Su scala globale poi, gli Stati Uniti sono in crescita tumultuosa da un lato mentre dall’altro ci sono paesi emergenti in difficoltà, specie quelli con squilibri, dall’altro con la Cina in possibile rallentamento sullo sfondo. Per questo il rapporto trimestrale Bri, registra un “aumento delle divergenze” fra i mercati mondiali e prevede possibili “ulteriori turbolenze”.

 

×

Iscriviti alla newsletter