Sono rimasti quattro giorni, escludendo sabato 29 e domenica 30 settembre, perché il Consiglio dei ministri vari il decreto che proroga le missioni internazionali oggi “coperte” giuridicamente e finanziariamente fino alla fine del mese. Anche la normativa attualmente in vigore fu approvata in Consiglio dei ministri il 28 dicembre scorso, dunque nell’imminenza della scadenza prevista alla fine dell’anno, ma se ne parlava da un po’ mentre forse non è mai capitato che non ci siano notizie ufficiali a pochi giorni dal termine ultimo.
Oggi i militari impegnati all’estero sono 6.190 ai quali si aggiungono i 7.190 in Italia per un totale di 13.380. Sono 37 le missioni internazionali in 24 Paesi e, nonostante qualche accento polemico soprattutto all’interno del Movimento 5 Stelle, è probabile che il numero totale dei militari resterà più o meno lo stesso con la differenza che si modificheranno alcuni contingenti. In Iraq, per esempio, l’Italia ha circa 400 unità in meno rispetto all’anno scorso così com’è probabile che il contingente in Afghanistan calerà di circa 200 rispetto alle attuali 900. Nello stesso tempo è stata ufficialmente avviata la missione in Niger dove saranno aumentati gli attuali 53 militari.
Visto che non se n’è occupato nella seduta dedicata al decreto Salvini su sicurezza e immigrazione, l’inevitabile Consiglio dei ministri potrebbe anche provvedere alla nomina del capo di Stato maggiore della Difesa al posto del generale Claudio Graziano che il 6 novembre assumerà la carica di presidente del Comitato militare dell’Unione europea, ma che dovrà essere a Bruxelles in anticipo per il passaggio delle consegne. Anche qui tempi stretti, dunque, e a meno di sorprese dell’ultimo momento toccherà al generale Enzo Vecciarelli, attuale capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, prendere il posto di Graziano.