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Tutte le spine della finanziaria secondo Broggi. Che promuove la pace fiscale

Giuseppe Conte ha assicurato che il reddito di cittadinanza vedrà la luce con questa manovra con tanto di “forte impatto sociale”. Luigi Di Maio ha invece addirittura detto quello che, in un Paese con 2.300 miliardi di debito pubblico, il terzo al mondo, tanto per ricordarlo, sembrava impossibile: fare nuovo debito pubblico per abbassare le tasse e portare a casa un pezzone di contratto gialloverde. Si deve attingere “a un po’ di deficit per poi far rientrare il debito l’anno dopo o tra due anni, tenendo i conti in ordine senza voler fare alcuna manovra distruttiva dell’economia”, ha detto. Insomma, il calo del debito non è la priorità delle priorità.

Ce ne è abbastanza per fermarsi e riflettere dieci minuti. Magari con chi il mondo della finanza, che ci presta miliardi ogni anno comprandoci Btp, lo incrocia ogni giorno. Uno come Danilo Broggi, ex manager di Consip e Atac, oggi attivo nei fondi di investimento (Eos) ma anche saggista e scrittore, in libreria con Diario di bordopresentato al Senato poche settimane fa (qui una recente intervista rilasciata a questa testata).

“Tutto il mondo finanziario, e non parlo solo delle banche ma anche delle assicurazioni, è in attesa. In attesa di capire che cosa succederà nella manovra”, spiega Broggi. “Tutto il mondo finanziario detiene grandi quantità di titoli pubblici e per questo teme un rialzo dello spread che avrebbe degli effetti deleteri sulla finanza. Attenzione, stiamo commettendo un errore se pensiamo solo alle banche, alle assicurazioni e alle finanziarie. Ci sono di mezzo anche le piccole e medie imprese che hanno dei prestiti con le banche, non bisogna dimenticarlo…”. Dunque?

Dunque “sarà bene tenere a bada i mercati. Nel senso che la politica, ora che mancano pochi giorni al Def e poche settimane alla manovra, deve essere abile e scaltra nel trovare un punto di caduta, una sintesi. Diciamocelo, le scaramucce col Tesoro hanno sempre fatto parte di questa dialettica internai governi. Ma ora non si scherza più, ci sono i numeri da piazzare dentro al Def, numeri che devono tenere conto che i mercati reagiranno, nel bene e nel male”.

E pensare che il sottosegretario all’Economia, Laura Castelli, ha detto proprio questa mattina che con il deficit all1,6% del Pil, il target fissato dal ministro Tria, si può fare poco o nulla. Broggi fa in questo senso un’altra riflessione. “Questo è un Paese che non cresce, mentre le economie d’Europa tirano o inziano a farlo. Abbiamo un disperato bisogno di crescere. Di Maio dice che si faranno misure aumentando il debito? Non siamo mica il Giappone che stampa moneta, ha un’economia forte nonostante un debito doppio del pil. “Il governo non deve dimenticare che viviamo in un sistema di regole condivise e per questo deve fare attenzione a non spingersi troppo in là”.

Sì ma cosa pensa Danilo Broggi del contratto gialloverde? “Posso dire di essere d’accordo con la pace fiscale. Faccio l’esempio delle banche che per anni hanno avuto nei bilanci i famosi npl. Crediti sulla carta e mai riscossi. Non serviva a nulla se non a tagliare gli utili. Ora lo Stato potrebbe incassare quanto è sulla carta, certo con delle agevolazioni per il contribuente. C’è una bella differenza no?”.

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