La Cina sempre più proiettata verso l’Africa, rafforza la sua cooperazione con il continente, anche se la Francia, alla ricerca della perduta influenza nel continente, fa capolino. Nel corso del Forum on China-Africa Cooperation, che si è concluso oggi nella capitale cinese, è stato firmata la “Dichiarazione di Pechino” sulla cooperazione economica, e di un piano d’azione per il triennio 2019-2021. Il presidente Xi Jinping nel corso dell’evento ha rilanciato il sostegno al partner africano. Uno scenario, quello di quest’ultimo, in cui la Cina continua incessantemente la sua scalata espansionistica di influenza politica ed economica. Durante l’intervento, Xi ha invitato i suoi omologhi africani alla responsabilità comune per l’avvio di un “nuovo percorso” di collaborazione basato sulla reciprocità. Inoltre il leader cinese ha annunciato un ulteriore sostegno finanziario al continente africano di circa 60 miliardi di dollari. Contributo che verrà fornito sotto forma di assistenza governativa e investimenti finanziari da parte di istituzioni finanziarie e imprese.
LA MOSSA FRANCESE
Una mossa a cui la Francia non ha mancato di rispondere, alla velocità della luce. Parigi, che sta perdendo sempre di più la sua influenza – non solo economica – in Africa, ha controbattuto tramite la dichiarazione del ministro degli Esteri Yves Le Drian: “Stiamo reinventando la logica della politica francese di cooperazione allo sviluppo, concentrandoci su paesi poveri e fragili. Nel 2019 un budget di un miliardo di euro sarà destinato alle donazioni, contro 300 milioni oggi”. Novità finanziarie e organizzative dell’Agenzia francese per lo sviluppo (Afd) che rientra nell’orientamento politico del governo di Parigi per destinare lo 0,55% del Pil all’aiuto allo sviluppo entro il 2022. “Non è solo una questione di fondi ma di approccio stesso. Si tratta di investimenti solidali piuttosto che di aiuti. Riconosciamo come legittimo il legame tra sforzo di solidarietà internazionale e benefici per la Francia in termini di attrattiva, influenza e sicurezza” ha sottolineato Le Drian, confermando in questo modo il rafforzamento della politica di aiuto bilaterale .
LA RISPOSTA CINESE
Xi ha approfittato dell’appuntamento per mettere in chiaro ancora una volta la sua forte opposizione “al protezionismo e all’unilateralismo”, e per mettere in guardia dagli effetti sull’economia globale del muro contro muro tariffario intrapreso dagli Usa. I capitali cinesi “colmano un vuoto lasciato dai paesi occidentali, che puntano a utilizzare gli aiuti per influenzare le politiche domestiche dei paesi africani per trarne vantaggi politici”. Il quotidiano cinese Global Times accusa l’Occidente di non fare nulla di concreto per lo sviluppo africano. La Cina, al contrario, “spera di aiutare l’Africa a conseguire lo sviluppo aiutando la sua industrializzazione e la realizzazione di infrastrutture, impiegando manodopera locale e mobilizzando la forza lavoro”. Pechino, aggiunge l’editoriale, “non vuole che i paesi africani copino il suo modello (di sviluppo). Piuttosto, la Cina offre la propria esperienza nella speranza che questi paesi possano esplorare i loro specifici percorsi di sviluppo e divenire una nuova locomotiva per l’economia globale”.
IL PROGETTO DI XI
In ogni caso quello cinese resta un progetto enorme che quest’ultima opera nel continente già da diversi anni attraverso investimenti multimiliardari e con l’ambizione di espandere le reti infrastrutturali anche in Asia, Medio Oriente, Europa. Il presidente cinese ha voluto inoltre ribadire il respingimento dell’accusa, proveniente da alcuni Paesi occidentali, sul modello cinese in Africa visto come un nuovo colonialismo, basato sul ricatto della dipendenza finanziaria. “La cooperazione cinese con l’Africa ha il chiaro obiettivo di eliminare i principali ostacoli allo sviluppo. Le risorse per la cooperazione non vanno destinate a progetti di facciata, ma ai settori ove possono fare maggiormente la differenza”, ha affermato in proposito il leader cinese.
E ancora, nel corso del Forum, Xi ha annunciato l’espansione delle sue importazioni dall’Africa e l’aumento di obbligazioni da parte delle istituzioni finanziarie in Cina. Un’assistenza di natura politicamente incondizionata, ha voluto specificare il presidente cinese: “Gli investimenti cinesi in Africa giungono senza contropartite politiche”, e ancora “la Cina non interferisce negli affari interi dell’Africa né impone a questa il proprio volere”.