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Non siamo ancora sul Titanic. Ma potremmo esserlo domani. Parla Cipolletta

No, l’Italia non è sul Titanic e l’iceberg si può ancora evitare. Ma servono timonieri attenti e vedette con la vista buona oltre che a una robusta dose di buon senso. A quattro ore dall’approvazione dell’aggiornamento del Def (salvo incidenti dell’ultima ora), vale la pena convincersi che sì, il disastro si può evitare.

Questa mattina era stato Marcello Messori a parlare da questa testata dei rischi legati a un deficit troppo alto (al 2,4% per esempio), in grado di mettere in fuga gli investitori più fedeli. Adesso interviene un’altra voce autorevole, quella di Innocenzo Cipolletta, un passato in Confindustria da dg, oggi alla guida di Assonime, l’associazione delle spa.

Cipolletta va subito al punto, senza preamboli. “La collissione si può evitare, ma a un patto. Che si si riesca a rispettare un disavanzo al di sotto del 2%, come limite dico e che vi sia una composizione delle entrate in grado sia di sostenere la crescita sia di consentire la discesa del debito pubblico. Questa è la condizione. Certo se si pretende di realizzare tutti gli obiettivi del contratto, che peraltro sono anche in contraddizione tra loro, allora sì che certamente si va a sbattere”. Cipolletta non crede che nell’esecutivo ci sia qualcuno che sta giocando con il fuoco, semmai che stia sbagliando i calcoli.

“Credo che ci sia la volontà di fare deficit, ma nell’inconsapevolezza che un aumento dello spread annulli di fatto i benefici di un aumento del disavanzo. Più spread, più interessi e dunque miliardi da pagare agli investitori. Francamente è un gioco che non vale la candela. Parlare della possibilità di sforare il deficit già di per se fa aumentare lo spread che si mangia lo spazio stesso di manovra, dunque si torna al punto di partenza. L’Italia ha un debito che cresce con gli interessi, come aveva capito Ciampi. Il vero obiettivo dell’Italia è bloccare la crescita degli interessi, perché è così che cresce il debito. E per farlo chi sta al governo dovrebbe tanto per cominciare evitare di sfidare l’Europa e annunciare disavanzi molto forti”.

Cipolletta si sofferma poi sul recente annuncio del governo francese di innalzare il deficit al 2,8%. Una decisione che ha innescato una nuova girandola di polemiche sul “perché loro sì e noi no”. Cipolletta non si scompone. “Tanto per cominciare loro hanno mostrato l’intenzione di ridurre il debito che comunque è molto minore del nostro. E poi un deficit al 2,8% presuppone una riduzione del debito dello 0,1% cosa che loro fanno. E poi non dimentichiamoci che loro hanno un differenziale sui titoli pubblici diverso dal nostro e un debito minore di 40 punti base rispetto a noi. Non è poco”.

Non poteva naturalmente mancare una riflessione su Giovanni Tria e il suo ruolo di gran mediatore all’interno del governo. Qualcuno ha fatto notare che un irrigidimento dei Lega e 5 Stelle sul deficit potrebbe costringere Tria al passo indietro. “Credo che convenga a tutta l’Italia che ce la faccia, che riesca a imporre la sua linea, è un interesse collettivo. Tria fin qui è stato coraggioso, sono convinto che ce la farà. Se non altro conviene sperarlo”.


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