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Come ti condiziono la libertà di stampa. Le cose turche di Erdogan

Khashoggi, Turchia erdogan

La notizia ha avuto meno clamore delle altre dello stesso tipo, un po’ perché ormai certe notizie in Turchia vengono opportunamente filtrate, un po’ per le modalità diverse che vedremo fra poco. Di fondo, la stampa di opposizione, già ridotta al lumicino dalle purghe pre e post golpe, ha perso una voce importante, di certo la più importante dal punto di vista simbolico. Da qualche giorno, nel Paese, non si può più leggere nemmeno il quotidiano Cumhuriyet, da sempre voce della Turchia laica e democratica fondata da Mustafa Kemal Ataturk, e che negli ultimi anni aveva modernizzato la sua linea editoriale, diventando meno vetero kemalista e rivolgendosi a quella ‘terza Turchia’ che non si riconosce né in Erdogan né nell’ultra kemalismo, che aveva animato la piazza di Gezi Parki.

Una posizione coraggiosa da parte della redazione, ma anche pericolosa, perché così Cumhuriyet si è trovato in mezzo a un fuoco incrociato. Da una parte la censura di Erdogan, dall’altra quella dell’ultra kemalismo più ottuso, quello della destra nazionalista più fervente, anti europeo, filo russo e soprattutto anti curdo. Kemalisti che hanno stravolto la dottrina del padre della Patria e per i quali Erdogan riesce ancora a rappresentare il male minore.

Sta di fatto che sabato scorso il consiglio amministrazione del giornale più antico della Turchia è cambiato, includendo elementi degli ambienti descritti sopra, fra cui Alev Coskun, elemento controverso, direttamente collegato a Erdogan e che nei mesi scorsi aveva accusato la direzione della testata di aver aiutato niente meno che il Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan.

La prima conseguenza dell’insediamento del nuovo cda, è stato il licenziamento del direttore, Murat Sabuncu, che aveva contribuito in modo determinante a rinfrescare la linea editoriale del giornale. Da quel momento, in pochi giorni, è arrivata una pioggia di dimissioni volontarie da parte delle maggiori firme della testata che hanno capito fin dal primo momento che Erdogan ha trovato il modo, seppure in maniera indiretta, di togliere di mezzo anche il quotidiano Cumhuriyet. Solo che, al posto di gente vicina agli ambienti islamici, che sarebbe stata poco credibile visto il carattere laico del giornale, ci ha messo quelli degli ambienti ultranazionalisti, che però con la democrazia non hanno davvero nulla a che vedere.

I giornali filogovernativi, che ormai sono la quasi totalità, hanno esultato, dicendo che dalla storica testata sono stati espulsi gli elementi vicini ai Fethullah Gülen, ex imam in pensione, ex alleato di convenienza di Erdogan, a capo di una corrente della destra islamica molto importante e da qualche anno considerato il nemico numero uno del Paese.

Il problema, ormai è che con il termine “gulenista” si va a identificare chiunque si schieri contro l’ordine costituito. Di certo, c’è che da oggi l’ennesimo quotidiano in Turchia ha la linea editoriale commissariata e i media dove leggere notizie e analisi oggettive, sono quasi spartiti.


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