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Non è fake la war room di Facebook contro le interferenze

Una ‘war room’ che sarà attiva dalla prossima settimana per salvaguardare le elezioni americane di midterm negli Usa a novembre e, con molta probabilità, anche le europee del 2019. È quanto sta mettendo a punto Facebook nel suo quartier generale a Menlo Park, in California.

LA STRUTTURA

Più volte accusato di non fare abbastanza per arginare il fenomeno delle fake news e già nell’occhio del ciclone per il caso Cambridge Analytica, il popolare social network, racconta il New York Times che ha visitato la struttura, sta in pratica convertendo una sala conferenze in un’area adibita solo alla lotta contro le cosiddette ‘bufale’ che prendono di mira le elezioni.

LE FORZE IN CAMPO

Al progetto – guidato dal capo del team specializzato nelle elezioni, Samidh Chakrabarti – stanno lavorando più di 300 unità sparse per tutta la compagnia. A sedere nella stanza saranno invece circa 20 persone scelte tra ingegneri, esperti di dati e dirigenti. Cuore dell’iniziativa è un software personalizzato che aiuta a tenere traccia in tempo reale delle informazioni che passano sul social network in tempo reale. Si tratta di un insieme di grafici con statistiche che forniscono una panoramica su come cambia l’attività sulla piattaforma. Il meccanismo di difesa è stato già testato per le elezioni del Senato dell’Alabama e avrebbe funzionato senza intoppi. Da allora è stato migliorato più volte fino ad arrivare alla versione che sarà utilizzata prossimamente. Monitoreranno le attività sulla piattaforma in tempo reale e saranno circondati da televisori sintonizzati su canali principali come Cnn, Msnbc e Fox news.

COME OPERERÀ LA WAR ROOM

Nella war room ci si concentrerà su storie che hanno un picco della loro circolazione in momenti sensibili, nonché sugli aumenti improvvisi di account creati in specifiche aree geografiche.
Quando i post saranno contrassegnati come potenzialmente falsi, saranno segnalati per passare al vaglio di controllori indipendenti perché li esaminino e li classifichino. Solo dopo si procederà alla sospensione.
Gli operatori contrasteranno la diffusione della disinformazione anche richiedendo che chi acquista pubblicità politica riveli la propria identità, chiarendo anche chi ha pagato per le inserzioni, alla stregua di quanto accade per quelle televisive o sulla carta stampata. Il colosso di Menlo Park – sottolinea Engadget – ha annunciato di aver collaborato con TurboVote per incoraggiare i propri utenti a registrarsi per votare. Inoltre, ricorda TechCrunch, l’azienda della Silicon Valley terrà d’occhio le interferenze elettorali straniere in modo bipartisan assieme all’International Republican Institute e all’International Democratic Institute, e prevede di pubblicare regolarmente rapporti sulle tendenze osservate, mettendo tutti gli annunci e molti dei dati correlati in un archivio pubblico consultabile da chiunque.


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