La politica si prepara a un autunno rovente. E a scaldare le fiamme non saranno tanto le discusse iniziative che il governo italiano metterà in atto in materia di politica interna (orari dei negozi e riforma della legge sugli affidamenti familiari), ma la ben più corposa e complessa posizione estera e internazionale.
Se l’Unione Europea affila le armi contro i sovranisti, dopo l’impasse verificatasi con le elezioni in Svezia, si attendono altre invettive contro l’Italia che non si faranno certo attendere.
Adesso, intanto, ad aprire le incursioni ci hanno pensato le Nazioni Unite. Il nuovo Alto commissario per i diritti umani, Michelle Bachelet, (in foto), ha espresso la volontà di spedire in Italia del personale per valutare il forte incremento di violenza e di razzismo contro i migranti, in specie rom e africani.
C’è da non credere ai propri occhi. Per un Paese come il nostro, nel quale il tasso di criminalità dei cittadini è in calo vertiginoso e nel quale cresce in modo esponenziale l’efferatezza delle malefatte di persone straniere contro gli abitanti, questa uscita segna veramente lo scarso grado di realismo che da anni caratterizza l’istituzione mondiale per eccellenza.
La crisi dell’Onu, d’altronde, non è una novità delle ultime ore, e neanche degli ultimi anni. Un organismo internazionale che, durante la Guerra Fredda era semplicemente il luogo dove si confrontavano i due blocchi contrapposti, ha cominciato la sua lenta e inesorabile agonia, negli anni ’90, con le guerre balcaniche e l’esplosione dei nazionalismi selvaggi nell’Ex Jugoslavia, mostrando tutta la sua peculiare e colpevole debolezza in occasione del massacro di Srebrenica. Poi, successivamente all’11 settembre 2001, il ruolo delle Nazioni Unite ha perso ulteriore vigore, finendo praticamente nel ripostiglio con l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca.
Ora, in un quadro desolante di questo tipo, per un’istituzione nata all’insegna della tutela mai rispettata dei diritti umani sulla Terra, intervenire oggi contro l’Italia, unicamente perché finalmente un governo sta dicendo “basta” ad una logica di accoglienza irrazionale ed irresponsabile, a un egoismo europeo insensato e poco ragguardevole e alla speculazione violenta e criminale che viene perpetrata sul Mediterraneo a danno di disperati clandestini: ebbene, questo veramente calpesta ogni buon senso.
A ciò si aggiunga il fatto incidentale ma considerevole che Bachelet è una figura politica molto discussa in Cile, caratterizzata da un alto tasso di fervore ideologico, per comprendere il motivo vero per cui all’istante l’Onu si mette a perdere tempo a difendere in astratto diritti che non sono assolutamente violati nel concreto. Tutto ciò accade mentre in Africa vi sono milioni di persone che non godono di prerogative minime di vita, perfino in Paesi di cui sono cittadini, minoranze cristiane che sono sistematicamente falcidiate in Asia e un intero mondo arabo mediorientale guidato da multinazionali del fondamentalismo che la fanno da padrone, degradando donne e bambini ad una vita di animali da soma con umiliazioni e violenze indicibili, peraltro legalmente prescritte dai loro stessi Stati islamici che siedono ragguardevolmente nel Palazzo di Vetro.
Il problema, con tutta evidenza, non è la cattiveria dell’Italia o il razzismo degli italiani, cosa quest’ultima financo ridicola, ma l’ipocrisia trasformata in azione, oggi addirittura ai massimi livelli delle Nazioni Unite, solo perché il nostro Paese vuole finalmente tutelare e difendere le proprie decenti condizioni di vita: la sua identità storica, la sua dignità nazionale e l’integrità della propria particolare realtà comunitaria.
D’altronde, se tutti pensano che ormai sei sottomesso, non appena alzi la testa i più arroganti reagiscono sempre in questo modo. Ogni popolo, ogni comunità, invece, ha l’obbligo di tutelare l’integrità dei propri confini, la legalità delle proprie procedure di accoglienza e la pace sicura nel proprio territorio. Trasformare l’ideologia multiculturale in sanzione contro la democrazia di uno Stato, e contro la logica e legittima difesa che un governo cerca di fare della sua società, questa sì è una violazione di un diritto internazionale costitutivo delle Nazioni Unite.
L’Articolo 29 dello statuto dell’Onu recita, infatti: “Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità”. Ciò significa che, a maggior ragione, ogni Stato ha il compito di tutelare l’attinente soggettività nazionale, conservando, in primo luogo, la tranquillità dei propri cittadini e l’ordine pubblico complessivo.
Tutto questo si chiama giustizia e democrazia: altro che sovranismo.