Cina, che passione. Il Movimento Cinque Stelle si conferma alfiere della special relationship (in corso) fra l’Italia gialloverde e il governo di Xi Jinping. L’ultimo gesto in ordine di tempo è la partecipazione del vicepremier Luigi Di Maio all'”Huawei 5G Summit” alla Camera dei Deputati. La presenza del leader pentastellato alla convention del gigante hi-tech cinese era tutto fuorché scontata, a poche ore da un Cdm che ha approvato una nota di aggiornamento al Def non proprio rassicurante per l’Ue e i mercati (soprattutto per il rapporto Deficit-Pil su tre anni al 2,4%). Quello alla Camera, però, è molto più di un convegno. È la rampa di lancio per fare dell’Italia il pivot europeo della rivoluzione (cinese) del 5G. E soprattutto è il proseguo naturale della strategia di governo di cui Di Maio si è fatto garante: investire in Cina, aprire le porte agli investimenti cinesi.
Le missioni istituzionali che si sono susseguite ad agosto non sono state solo esplorative. Più ancora della visita a Pechino e Shanghai del ministro dell’Economia Giovanni Tria, in cerca di investitori nel debito pubblico italiano (ora più che mai necessari), è quella del sottosegretario al Mise Michele Geraci, cui Di Maio ha dato la guida di una apposita task-force, ad aver smosso davvero le acque. Interscambio, investimenti, memoranda of understanding i dossier caldi. Assieme alla digitalizzazione della distribuzione delle pmi italiane, in cui proprio Huawei può giocare un ruolo primario. Geraci ha incontrato a inizio settembre il vicepresidente Liu Kang. Di Maio nella sua recente visita nel Dragone non ha avuto tempo di visitare i quartier generali. Ma ci sarà presto una nuova occasione, spiega alla Camera: “A inizio novembre sarò in Cina per visitare l’Expo di Shanghai, spero ci sia tempo per una visita al quartier generale di Huawei”. Un’apertura che è piuttosto peculiare, vista invece la diffidenza di altri Paesi nei confronti di grandi player cinesi come Huawei e Zte, in alcuni casi (ad es. l’Australia) espulsi dalle gare per ragioni di intelligence. La simpatia del governo è ricambiata dalla multinazionale di Shenzen. “Abbiamo rapporti molto costruttivi con il governo italiano, siamo felici che abbia accettato il nostro invito a parlare di rivoluzione 5G, infrastrutture, è fondamentale interloquire con le pubbliche amministrazioni” chiosa soddisfatto ai microfoni di Formiche.net Thomas Miao, Ceo di Huawei Italy.
La crescita nei rapporti bilaterali con Pechino, ha aggiunto Di Maio, “dimostra che il governo vuole intensificare sempre più il legame con il popolo cinese e la sua realtà produttiva, possono nascere grandi opportunità per le nostre aziende italiane”. Poi qualche parola di rassicurazione per i grandi investitori del settore. Anzitutto sulla frenetica gara che ieri ha visto protagonisti i principali operatori delle telco per accaparrarsi la banda 3700 Hz. L’incasso va oltre ogni aspettativa: “L’asta partiva da 2 miliardi di euro, siamo arrivati a quasi sei” – sorride il titolare del Mise – “voglio rassicurare tutti gli operatori, sono soldi ben spesi”. L’Italia è contenta della scommessa di Huawei sul 5G, ha aggiunto Di Maio, ed è consapevole che c’è qualche intoppo burocratico (e politico): “la normativa italiana impone limiti rigidi sulle emissioni, questo può impattare sullo sviluppo del 5G; la salute dei cittadini è una priorità per noi, ogni decisione del governo deve essere accompagnata da analisi tecniche e di impatto di organismi indipendenti”.
Di Maio non è l’unico ospite d’onore del convegno organizzato dai cinesi di Huawei. C’è anche Virginia Raggi, che accoglie i presenti con un discorso in piena linea di continuità con i toni del Movimento verso il governo di Xi. L’accoglienza di Roma Capitale è più che calorosa. “Il 5G è strategico per il cambiamento dell’amministrazione e della vita dei cittadini romani”. Un anno fa la capitale ha avviato il progetto “Roma 5G” con la collaborazione di Fastweb ed Ericson. Da due settimane Atac, l’azienda per la mobilità capitolina, è entrata a farne parte. L’obiettivo del Campidoglio è fare di Roma una delle prime metropoli europee a disporre di infrastrutture mobili di quinta generazione. “Nei prossimi mesi avvieremo le sperimentazioni della banda larga per la sicurezza pubblica, la mobilità urbana, la diagnostica di bordo e l’analisi predittiva dei guasti” annuncia la prima cittadina. Il sogno di Huawei di fare dell’Italia “il leader mondiale del 5G” parte anche dalla Capitale.