L’Ocse interviene a gamba tesa sulla manovra italiana ma di fatto offre un assist al governo gialloverde per accusare ancora una volta le istituzioni internazionali, non solo europee, di ingerenza negli affari di casa nostra. Questo pomeriggio l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con base a Parigi ha suonato un doppio campanello d’allarme, anche se con modalità diverse. Dando adito, forse inconsapevolmente ma poco importa, ai presupposti per una nuova scaramuccia con l’Italia, pizzicata in un momento che più delicato non poteva essere tra scrittura del Def, preparazione della manovra e fiducia dei mercati appena riguadagnata.
NON SOLO BREXIT
La prima accusa ricorda qualcosa di già sentito e cioè che l’Italia è potenzialmente un elemento di instabilità per l’Unione. Al pari della Brexit, senza sconti. “Il Regno Unito e l’Italia sono tra i principali rischi che potrebbero impedire all’Europa di prosperare”, ha affermato la nuova capoeconomista dell’Ocse, Laurence Boone, nel giorno della presentazione dell’Interim Economic Outlook a Parigi. Alla domanda su quali fossero i rischi politici che potrebbero impedire all’Europa di prosperare Boone ha sentenziato: “Il primo, è la Brexit, è molto importante arrivare ad un accordo che consenta di mantenere le relazioni più strette possibili tra Gran Bretagna e il resto dell’Ue. Poi c’è quello che sta accadendo in Italia, dove la crescita è debole e il debito elevato. Bisogna assolutamente continuare le riforme lanciate dal governo precedente. E la spesa pubblica non deve servire a sostenere artificialmente la crescita con i consumi, ma puntare agli investimenti produttivi”.
ATTACCO (DELL’UE) SULLA FORNERO
Ma è forse il secondo attacco quello più violento, perché di fatto proietta l’Ocse nel cuore della manovra che il governo italiano si appresta a scrivere. Il terreno delle pensioni, tra i più scivolosi di sempre quando si parla di contabilità pubblica. “Quando parliamo di riforma delle pensioni, penso sia importante non disfare la riforma Fornero. Se si tratta di ridurre l’età pensionabile”, ha ammonito Boone, “sappiamo che questo non crea occupazione, non sono i giovani che rimpiazzano gli anziani”. Il messaggio arrivato da Parigi è fin troppo chiaro. Il Movimento Cinque Stelle dovrebbe pensarci due-tre volte prima di scardinare l’attuale sistema pensionistico, in favore della cosiddetta quota 100 (62+38 anni di contributi). A condimento di tutto questo, una crescita che non c’è: il Pil secondo l’Ocse dovrebbe calare all’1,2% nel 2018, contro la stima di maggio dell’1,4%. Per il 2019 invece rimane invariata all’1,1%.
LA CONTRAEREA GIALLOVERDE
L’uno-due rifilato dall’Ocse all’Italia non è piaciuto nemmeno un po’ a Luigi Di Maio, chiamato direttamente in causa da Parigi, che per sua fortuna ha trovato l’immediata sponda del premier Giuseppe Conte. “L’Ocse non deve intromettersi nelle scelte di un Paese sovrano che il governo democraticamente legittimato sta portando avanti. Il superamento della legge Fornero è nel contratto e verrà realizzato. Quasi due terzi degli italiani sono con noi. I burocrati se ne facciano una ragione. Siamo stati eletti anche per questo e manterremo l’impegno preso”, ha risposto piccato di Maio (in visita in Cina), via Facebook. Più sommessa ma non per questo meno tagliente, la reazione di Conte, il quale ha invitato a “non raccogliere polemiche, queste valutazioni non mi sembrano possano essere supportate da fatti, dai riscontri reali”.
SE LA BORSA SE NE INFISCHIA (DELL’OCSE)
Per la verità una terza risposta, oltre a quella di Di Maio e Conte, è arrivata. Molto più tecnica, zero politica, ma chiara. Quella dei mercati. Gli attacchi dell’Ocse e il taglio della crescita non hanno minimamente impattato sulla Borsa, che ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,5%, mantenendosi su questi valori per tutto il pomeriggio. Leggermente più acceso lo spread, salito a quota 240 ma ancora ben al di sotto della soglia di guardia.
LO ZEN DI TRIA
Un po’ come la Borsa, per nulla turbato dagli echi parigini, il ministro dell’Economia Tria interveniva al Senato per il question time proprio mentre l’Ocse metteva sotto accusa l’Italia. Ma il ministro, si sa, ci ha abituato ha mantenere la calma anche nei momenti di massima tensione. Tria ha dunque ribadito quello che finora ha sempre detto. “L’obiettivo è di assicurare la graduale realizzazione” delle misure previste dal contratto di governo “compatibilmente con l’esigenza di garantire l’equilibrio dei saldi strutturali di finanza pubblica”. Il ministro ha poi aggiunto che “per quanto riguarda le misure attraverso le quali si intende procedere alla realizzazione degli obiettivi e al reperimento delle risorse da destinare alla loro attuazione il governo procederà all’individuazione degli ambiti di intervento in sede di predisposizione della Nota di aggiornamento al Def”.