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Caro Salvini, l’assistenzialismo 5S non paga. Sconfitta flat tax. Parla Carfagna

Non è abituata ai giri di parole, Mara Carfagna. Fra tutte le colonne di Forza Italia la vicepresidente della Camera è una delle più convinte sostenitrici della necessità di un centrodestra unito al governo del Paese. Una causa non facile da difendere, tanto più se Matteo Salvini, che si è presentato agli elettori con la solenne promessa di non abbandonare la coalizione con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, dice ora di sentirsi “in famiglia” con Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. C’è l’intesa sulle regionali. “Insieme vinceremo” spiega con un sussulto d’ottimismo l’ex ministro per le Pari Opportunità in questa intervista a Formiche.net. Su tutto il resto, dall’azzardo sul Def alla flat tax passando per il decreto Genova e quel “pifferaio” di Steve Bannon alla guida del polo sovranista, le distanze rimangono siderali.

Qual è il suo giudizio sul Def?

Negativo. La chiamano la Manovra del popolo, ma va esattamente contro gli interessi del popolo. La Lega, nella lunghissima trattativa, è riuscita a portare a casa solo un accenno di flat tax su partite iva e piccoli imprenditori. C’era una proposta di Forza Italia: se l’avessero approvata, oggi i professionisti e le partite iva pagherebbero già meno tasse.

E sulle pensioni?

C’è una correzione della riforma pensionistica di Elsa Fornero, ma il gioco non vale la candela. Per due cosette rinunciamo a una riduzione fiscale generalizzata, sul modello di quanto si sta facendo in tutto il mondo e sprechiamo soldi in misure assistenziali temporanee.

Rischiamo che l’Ue rimandi indietro la legge?

Non essendo noi di Forza Italia tra quelli che diffamano il loro Paese, speriamo di no. Però le sparate e tutte queste esagerazioni ingenerano il sospetto che il governo abbia scritto un Def manifestamente pericoloso al solo scopo di vederselo respingere e aprire così la campagna per le elezioni Europee.

Altri Paesi europei hanno sforato i parametri della Commissione..

La questione non è parametri sì parametri no, è molto più semplice. Un Paese soffocato dal debito pubblico, secondo lei, deve ridurre il debito pubblico o aumentarlo ulteriormente, cosa che comporterà il pagamento di nuovi e ulteriori interessi? Sa chi paga gli interessi? Noi, con le tasse.

Di Maio è sicuro che la crescita ripagherà il debito.

Anche io sarei perfino d’accordo a superare di poco i parametri se questo servisse davvero ad accendere la fiammella della crescita, a creare uno shock economico. Vedo però che qui si sfida l’Europa per varare un superbonus che si esaurirà a breve, appena dopo le elezioni, senza nemmeno un posto di lavoro o un’occasione di sviluppo in più. Così non va.

Mi sembra di capire che boccia in toto la legge di bilancio gialloverde.

Innanzitutto vorrei vederla per intero. Per finanziare un mini reddito di cittadinanza a tempo hanno deciso di rinunciare alla tassa piatta e questo è male per il Paese. Sprecheranno risorse senza sostenere l’economia.

 La flat tax di cui si parla è molto lontana da quella che proponeva il centrodestra..

C’era una proposta di Forza Italia per realizzare la flat tax per partite iva e piccole imprese. Avrebbero fatto bene ad approvarla prima dell’estate: purtroppo la versione del governo è invece piena di difetti e storture, speriamo che almeno su questo la Lega riesca a tenere il punto.

La pace fiscale di cui parla Salvini è davvero diversa da un condono?

Lo scopriremo quando esisterà un testo. Noi diciamo da sempre che gli strumenti di accertamento devono essere efficaci, senza trasformarsi in un incubo per gli onesti. Uno Stato non può perseguitare i suoi cittadini. Se questa è la strada, ben venga. Se invece si tratta di un modo furbo per mettere a bilancio risorse che al momento non esistono, allora abbiamo già visto e non ci è piaciuto.

I Cinque Stelle festeggiano la nota di aggiornamento al Def come una vittoria della politica sui tecnici.  Casalino faceva sul serio..

Davvero qualcuno pensa che il problema sia lo strumento e non il contenuto di quel messaggio? Il problema non è l’audio rubato, ma il sistematico attacco che i Cinquestelle stanno portando avanti da mesi  contro gli organi dello Stato:  istituzioni colpevoli soltanto di fare il loro dovere, svolgendo compiti garantiti dalla Costituzione e dalla legge, come  Consob, Inps, Ragioneria generale dello Stato, tecnici del Mef, Coni, Ordine dei giornalisti.

Che idea si è fatta del decreto Genova?

Nonostante si chiami decreto Emergenze ci hanno messo quarantatre giorni e ancora non è sicuro chi sarà il commissario per la ricostruzione del Ponte Morandi. Sono degli incapaci. Hanno scritto un decreto e lo hanno presentato senza indicare le coperture e dimenticando la relazione illustrativa. È l’abc. Il modo in cui hanno affrontato la tragedia di Genova dimostra che questo esecutivo non è adatto per governare il Paese, semplicemente non ce la fa.

Le piace il decreto sicurezza di Salvini?

Ha provato a dare attuazione ad alcune delle proposte che facevano parte del programma del centrodestra alle ultime elezioni. Avevamo promesso contrasto all’immigrazione clandestina, di mettere fine al business dell’accoglienza e di riportare lo Stato laddove si era ritirato: il decreto mi sembra un buon inizio. Proveremo a renderlo ancora più efficace nei suoi prossimi passaggi parlamentari, inserendo, per esempio, misure specifiche per tutelare la sicurezza delle donne.

A proposito di Salvini, ad Atreju ha detto che la Lega resta al governo con i Cinque Stelle fino a fine mandato. Come pensate di convincerlo a tornare con il centrodestra?

Non c’è bisogno di convincere nessuno. È evidente a tutti che la Lega da sola non può rappresentare la maggioranza degli italiani. Matteo Salvini ha detto di sentirsi di centrodestra e il modello che preferisce è quello: io gli credo. Non penso preferisca governare con chi propone la nazionalizzazione delle aziende, l’aumento delle tasse sui rinnovi contrattuali per creare più lavoro. Intanto con la Lega ci presentiamo uniti alle prossime Regionali e, insieme, vinceremo.

Per le Europee i sovranisti si affidano a Steve Bannon. Che idea si è fatta dello stratega?

Un giorno qualcuno mi spiegherà per quale ragione gli italiani devono affidarsi a un pifferaio magico, un sovranista americano che fino a ieri gridava “America First”. Inoltre faccio osservare che a causa della sua ambiguità, del suo estremismo e delle sue connivenze più o meno esplicite con i suprematisti bianchi, Steve Bannon è stato cacciato perfino da Donald Trump.

Popolari e sovranisti possono allearsi post voto?

Non penso ce ne sarà bisogno, ma, in ogni caso, così come accade fra noi e la Lega, ci sono alcuni temi specifici sui quali si può trovare un’intesa per il bene comune.

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