Ore al cardiopalma in Siria. Subito dopo l’annuncio del raggiungimento dell’accordo tra Putin ed Erdogan, un jet russo è stato abbattuto a largo delle coste di Latakia. Un incidente che ha riacceso gli animi degli attori internazionali coinvolti, costringendoli a rivedere le proprie posizioni e mettendoli in agitazione. E da Israele, appunto, alzando in maniera vertiginosa la tensione, arriva forte e chiaro il monito nei confronti di Damasco.
Infatti Netanyahu, telefonando al premier russo, oltre ad esprimere cordoglio e vicinanza per le 14 vittime, ha ribadito la propria determinazione ad “impedire che l’Iran approfondisca la propria presenza in Siria e a ostacolare i tentativi di Teheran, che invoca la distruzione di Israele, di trasferire agli Hezbollah armi micidiali” da utilizzare contro lo Stato ebraico. Netanyahu, secondo il comunicato ufficiale rilasciato alla stampa, avrebbe, inoltre, mostrato disponibilità a fornire a Mosca tutte le informazioni necessarie riguardo l’abbattimento dell’aereo.
Israele, primo sospettato dell’incidente, inoltre accusa ufficialmente Assad di aver sparato all’impazzata verso il cielo di Latakia, sottolineando allo stesso tempo che i propri caccia avevano già lasciato l’area quando il jet russo è stato abbattuto. “L’antiaerea siriana – affermano le Forze armate dello Stato ebraico in una serie di tweet – hanno fatto fuoco in modo indiscriminato, senza assicurarsi che non vi fossero aerei russi a tiro”. Quanto ai caccia con la Stella di David, questi erano “già nello spazio aereo israeliano”.
Nel frattempo anche dagli Stati Uniti arrivano le condoglianze del segretario di Stato Mike Pompeo sull’accaduto, parlando di uno “sfortunato incidente”. Pompeo ha inoltre messo in evidenza “la necessità di trovare una soluzione permanente, pacifica e politica ai molti conflitti sovrapposti nella regione”, aggiungendo, appunto la pericolosità “di tragici errori di valutazione negli affollati teatri di operazione siriani”.
Sempre tenendo conto il bisogno “urgente di risolvere il conflitto nel Paese mediorientale in accordo con la risoluzione Onu 2254 e di mettere fine al provocatorio transito da parte dell’Iran di armamenti pericolosi attraverso la Siria, che sono una minaccia per la regione”.