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All’attacco. La nuova strategia cyber di Trump

Nato golfo muro

Gli Stati Uniti avranno d’ora in poi maggiori possibilità di andare all’attacco nel cyber space per fermare attori malevoli e interferenze straniere, a cominciare da possibili offensive contro le elezioni di midterm di novembre. Ciò sarà possibile grazie a una nuova strategia nazionale di sicurezza informatica firmata – e dunque già in vigore – dal presidente Donald Trump.

LA NUOVA CYBER STRATEGY

Le mosse dell’amministrazione Usa sono state illustrate dal consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Michael Bolton. Essenziale, nella nuova strategia, è l’elemento deterrenza, che dovrebbe rendere più complesso che gruppi di hacker dediti al crimine o sponsorizzati da governi esteri possano prendere di mira gli Stati Uniti senza temere conseguenze. L’attivismo informatico di Paesi come la Russia, indicata dall’intelligence Usa come la responsabile dei cyber attacchi durante le presidenziali del 2016 (è ancora aperta l’indagine sul cosiddetto Russiagate) nonché uno dei maggiori pericoli per Washington nel quinto dominio, preoccupa da tempo gli apparati di sicurezza nazionali. Tuttavia più volte Trump è stato criticato per non considerare il problema una priorità. Per gli esperti americani questo provvedimento mira anche a cambiare tale percezione e allontanare le accuse. “Risponderemo sia in modo offensivo sia difensivo: è importante che la gente capisca che non siamo solo in difesa”, ha spiegato l’advisor. Per Bolton si tratta della “prima cyber strategia pienamente articolata da 15 anni”, ovvero dal 2003, che modifica le direttive del predecessore di Trump, il dem Barack Obama.

LE DIFFERENZE CON OBAMA

La politica obamiana – che era classificata, ma divenne di dominio pubblico a causa dei leak dell’ex contractor dell’intelligence Edward Snowden – costringeva l’esercito a consultare il Dipartimento di Stato, la comunità di intelligence e altre agenzie prima di condurre un attacco informatico. Una delle ragioni di ciò era assicurarsi che un’offensiva non interferisse con le operazioni di raccolta di informazioni. La nuova strategia, invece, dà presumibilmente ai militari maggiore libertà di azione (anche il Dipartimento della Difesa, infatti, ha rilasciato nei giorni scorsi una nuova cyber strategy perfettamente coordinata con quella della Casa Bianca).

CHE COSA PREVEDE

Il documento voluto da Trump, inoltre, non prevede necessariamente solo azioni nello spazio cibernetico, ma contempla anche possibili sanzioni e perfino interventi militari. Ciò, ha chiarito Bolton, non vuol dire che Washington sia impegnato in una guerra informatica. Piuttosto, si evince dalla relazione, servirà a rafforzare quattro aspetti ritenuti fondamentali: la protezione delle infrastrutture del Paese (comprese quelle di voto), della proprietà intellettuale e dei network federali.

OBIETTIVI ED AUSPICI

L’amministrazione spera anche di agevolare anche un dialogo più proficuo tra le nazioni in quella che è stata finora una faticosa costruzione di comportamenti responsabili nello spazio cibernetico, un fronte su cui sarà pienamente attivo Foggy Bottom.
Su un piano più strettamente interno, invece, sarà fondamentale il modo in cui la costellazione di agenzie ed enti federali, nonché il settore privato, saranno capaci di marciare uniti. “La sicurezza informatica”, ha detto a questo proposito il capo della Sicurezza nazionale, l’esperta di cyber security Kirstjen Nielsen, “è una responsabilità condivisa e l’Homeland Security continuerà a lavorare con i partner, nel governo e nell’industria, per aumentare le nostre difese contro le minacce informatiche per la nostra sicurezza, prosperità e il nostro stile di vita”, spiegando che la guida della cyber strategia è condivisa tra vari ministeri.



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